Anche nel 2019, il bonus bebè viene confermato attraverso una nuova proroga (all’interno della quale sono state inserite anche alcune modifiche). Nella pratica, il sussidio rappresenta un contributo erogato mensilmente dall’Inps in favore delle famiglie che presentano un reddito basso e che hanno visto nascere un figlio, oppure che hanno proceduto all’adozione.
Con una recente circolare (la n. 85), l’Inps ha fornito numerosi chiarimenti sul funzionamento del provvedimento nel corso del 2019. La proroga riguarda in particolare tutti i neonati entro il 31 dicembre di quest’anno e dura fino al compimento del primo anno di età. In caso di secondo figlio o di gemelli, nelle modifiche è stata prevista anche una maggiorazione dell’importo corrispondente al 20% in più dell’assegno.
L’erogazione è legata però ai requisiti reddituali, registrati tramite l’Isee. Il nucleo familiare deve infatti avere un parametro inferiore ai 25 mila euro annue, soglia al di sotto della quale avviene una modulazione in due fasce. Si parla infatti di circa 80 euro al mese, che raddoppiano a 160 euro qualora l’Isee risulti inferiore a 7 mila euro (arrivando fino a 192 euro con la maggiorazione del 20% per i secondi figli).
Bonus bebè 2019: tempi e modalità di invio della domanda
Per quanto concerne invece i tempi e le modalità di invio della domanda, la pratica deve essere inoltrata all’Inps entro 90 giorni dalla nascita o dalla data di ingresso del minore all’interno del nucleo familiare. In questo modo, si potrà incassare anche gli assegni maturati in precedenza. Oltre tale data, verranno pagati solo gli assegni successivi (fino alla maturazione del primo anno di età).
La domanda può essere presentata direttamente presso l’Inps, oppure attraverso il servizio di consulenza fornito da un patronato. Attenzione a non attendere troppo nel caso in cui si risulti in possesso dei requisiti. Gli assegni vengono infatti erogati solo fino a quando non risulterà esaurita la dotazione stanziata anno per anno. In questo caso, il limite previsto per i fondi è di 204 milioni per l’anno 2019 e di 240 milioni per il 2020.
Una volta esaurite le risorse in corso d’anno, il rischio è quello di non poter più beneficiare del provvedimento, anche avendo maturato i vincoli previsti dalla legge.