Emerge un nuovo nodo da districare nel comparto previdenziale, ed in particolare per quanto concerne la liquidazione dei dipendenti pubblici che desiderano accedere alla pensione anticipata. Per questi lavoratori i recenti aggiornamenti normativi avevano infatti previsto una importante facilitazione, che consisteva nella possibilità di ricevere immediatamente una parte della propria liquidazione (in modo da bilanciare le regole previste per il settore privato).
Il tutto sarebbe dovuto avvenire tramite un prestito privato agevolato, frutto di una convenzione tra lo Stato e l’Abi. Sul punto l’impianto tecnico è ormai in fase di perfezionamento, visto che da mesi è in atto un coordinamento tra i ministeri coinvolti ed il settore bancario, al fine di preparare l’operazione.
D’altra parte, la misura consente di evitare l’iter previsto in via ordinaria, che sancisce il pagamento del trattamento di fine servizio per i lavoratori pubblici attraverso rimborsi scaglionati con posticipi che vanno da uno a due anni. Nella pratica, i lavoratori potrebbero effettivamente accedere al pensionamento anticipato, ma per poter ritirare completamente la propria liquidazione (senza il ricorso al prestito ponte) dovranno comunque armarsi di molta pazienza.
La scadenza dei termini di attuazione sul pagamento del TFS
La data da tenere sott’occhio resta quella del prossimo primo agosto, quando molti dipendenti della pubblica amministrazione potrebbero rientrare nella prima finestra di accesso alle pensioni anticipate tramite la nuova quota 100. Quella scadenza rappresenta infatti una sorta di stress-test per il meccanismo di anticipo del TFS, visto che molti pensionandi potrebbero ritrovarsi nella posizione di esercitare la richiesta di liquidazione del proprio accantonamento.
Purtroppo, al momento non è dato sapere quando la situazione potrà sbloccarsi, cioè quando si avrà il via libera definitivo al provvedimento di anticipo del TFS grazie all’apposito decreto attuativo da parte del Ministero dell’Economia e della Funzione pubblica. Le ultime stime governative parlano in ogni caso di numeri importanti per il prossimo triennio, con circa 160 mila potenziali utilizzatori solo nell’anno in corso.