Paul Krugman è uno scienziato, nobel per l’Economia, pubblicazioni all’attivo a iosa e autore di divulgazione economica di qualità e di testi accademici adottati in tutto il mondo.
Paul Krugman si arrabbia quando sente parlare di “riforme strutturali” in Europa, espressione che suona positiva ma che nasconde, come la mela di Biancaneve, il veleno sotto una scorza appetitosa. Lui le chiama “Scuse strutturali”.
Beh, è fin troppo gentile.
Povero Paul: ti devi arrabbiare spesso visto che stiamo parlando di uno dei mantra dell’Unione Europea, ripetutto pappagallescamente da qualsiasi esponente politico, dai quelli eletti o piazzati a tradimento alla guida dei governi comunitari, ai tecnocrati non eletti della burocrazia UE.
Per Krugman in questo difficile frangente di crisi economica in Europa, si dice riforme strutturali ma si legge “eliminazione dei diritti dei lavoratori e/o il taglio profondo delle prestazioni sociali”.
Lo dice un Nobel, ed è in nutrita compagnia, sempre di più.
Ora mancano i cittadini organizzati e consapevoli. Forza!
Magistrale chiusura:
Solidarietà con i lavoratori italiani ed europei oppressi dalla crisi.