Genitori fanno prostituire le 2 figlie in cambio di soldi o di una ricarica

Otto persone sono finite a processo, 2 genitori e 6 clienti, per prostituzione. I genitori obbligavano le proprie figlie a prostituirsi con ultrasettantenni in cambio di denaro; l'importo variava dai 20 ai 50€ oppure si poteva pagare con ricariche telefoniche.

Genitori fanno prostituire le 2 figlie in cambio di soldi o di una ricarica

Due sorelle, che all’epoca dei fatti avevano 14 e 16 anni, sono state costrette dai propri genitori a prostituirsi in cambio di denaro o ricariche telefoniche. Le vittime, che ora sono maggiorenni e ospitate in una struttura d’accoglienza, si sono costituite parte civile nell’udienza preliminare davanti al Gup di Ancona, Paola Moscaroli.

I due genitori sono accusati di induzione alla prostituzione minorile, di violenza sessuale e di maltrattamenti; questi, infatti, sono stati accusati anche di fare vivere le proprie figlie in condizioni igienico-sanitarie ed educative non idonee. Oltre ai genitori, sono accusati anche 6 adulti: i clienti.

Le indagini e l’udienza

Le indagini sono state svolte dai Carabinieri della compagnia di Urbino che a seguito della segnalazione hanno installato delle cimici per intercettare le conversazioni in casa e al telefono. Dalla ricostruzione effettuata dalle forze dell’ordine, è emerso che i genitori costringevano le proprie figlie a consumare dei rapporti sessuali con uomini ultrasettantenni; in cambio ricevevano del denaro, in cui l’importo variava dai 20 ai 50€, oppure delle ricariche telefoniche. A suggerire ai genitori di fare prostituire le figlie è stata una ventenne di nazionalità bulgara.

Le due ragazze, ormai maggiorenni e costituitesi parte civile, chiedono complessivamente €380.000 di danni agli imputati. La prossima udienza davanti al Gup si terrà il 9 maggio. Tutti i reati compiuti dagli otto imputati sono stati contestati dal Pubblico Ministero di Ancona, Ruggiero Dicuonzo, perchè risalgono a 4 anni fa.

Il padre delle due vittime risulta irreperibile; due degli imputati sostengono di essere stati a loro volta adescati e di non aver avuto mai alcuna intenzione di approfittare delle due ragazze.

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