Omicidio Vannini: “La vita di Martina Ciontoli è impossibile, l’hanno licenziata due volte” (1 / 2)

Omicidio Vannini: “La vita di Martina Ciontoli è impossibile, l’hanno licenziata due volte”

Sono passati quasi quattro anni dal 18 maggio del 2015. Quel giorno a Ladispoli Antonio Ciontoli, con uno colpo di pistola “accidentale”, ha ucciso Marco Vannini, fidanzato della figlia Martina. Un dramma familiare che ha tolto la vita a un giovanissimo ragazzo e che l’ha rovinata a gran parte della famiglia Ciontoli. Il padre, colui che ha sparato il colpo di pistola, è stato condannato a 5 anni di carcere (inizialmente ne erano 14).

La figlia Martina, condannata a sua volta a tre anni per l’omicidio colposo insieme al fratello e ai genitori, fa l’infermiera. Per lei, però, perfino lavorare sta diventando in un certo senso impossibie. Pietro Messina, l’avvocato che la sta difendendo, ha dichiarato che: “Martina Ciontoli ha perso già due volte il lavoro. Era seguita, pedinata. I datori di lavoro hanno deciso di sbarazzarsene per questo motivo”.

Chi ha seguito la vicenda lo sa: si tratta di una storia complessa, fatta di bugie, omissioni, ritari nei soccorsi e in generale tentativi di insabbiare quanto successo. Questa tattica non ha funzionato: per motivi diversi tutti i membri della famiglia Ciontoli stanno avendo guai con la legge. Uno dei due avvocati difensori ne è sicuro: “Antonio Ciontoli non voleva in nessun modo causare la morte di Marco”.

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