Brutta faccenda per il cantante neomelodico napoletano Marco Marfè: il giovane è stato arrestato dai carabinieri di Casoria, Napoli, per un giro di estorsione e usura. Il ragazzo era diventato popolare nel 2009, quando partecipò alle selezioni per il talent “X Factor”. Marfè non fu scelto, ma il suo provino fu uno dei più cliccati sul web e la gente già lo riconosceva anche per strada. A finire in manette anche la mamma del cantante, Vincenza D’Elia.
Varie le accuse nei loro confronti: si parla di associazione per delinquere finalizzata all’usura e all’estorsione, che il giovane e la madre gestivano con la collaborazione di altre persone. Infatti, oltre a Marfè e alla madre, altre due persone sono finite in carcere, tutte originarie di Casoria: Giuseppina Staffa e Anna Grimaldi. I fatti di usura accertati dalla polizia sono quattro e si sono tutti verificati tra il 2012 e il 2013. L’ordinanza rilasciata dai carabinieri dice che se le vittime non pagavano venivano minacciate di morte, oppure venivano percosse. In uno di questi casi è stato accertato che proprio Marco Marfè avrebbe schiaffeggiato e proferito minacce di morte ad una donna, che doveva restituire alla madre 400 euro.
A condurre l’indagine sono stati i magistrati della Procura della Repubblica di Napoli Nord che, grazie alla costante attività investigativa iniziata nell’ottobre del 2013, hanno individuato un gruppo di persone che esercitava la concessione di denaro con tassi da usurai. Molte di queste persone erano anche legati da rapporti di parentela e si supportavano fra di loro per spaventare le vittime. Il gruppo criminale esercitava pressioni e minacciava chi ritardava a pagare e Marfè e la madre erano proprio a capo di questa organizzazione. Il giovane ha forse visto in questo tipo di attività il modo più veloce per placare la sua sete di denaro, ma adesso che è in galera potrà dire addio anche all’attività canora.
Il ragazzo aveva del talento e avrebbe dovuto continuare a coltivarlo, invece di dedicarsi ad attività illecite che, come si è visto, non portano a nulla di buono. Anche la madre adesso dovrà scontare la sua pena e rispondere delle accuse.