Mafia a Palermo, imprenditore coraggioso dice No al ‘pizzo’. Filma l’estorsore e lo fa arrestare (1 / 2)

Mafia a Palermo, imprenditore coraggioso dice No al ‘pizzo’. Filma l’estorsore e lo fa arrestare

Palermo, la richiesta di “pizzo” filmata da un imprenditore coraggioso: “Sappiamo che sta facendo lavori..”

 

Il titolare di un’impresa ha rifiutato il ricatto dei Cosa Nostra ed ha fatto arrestare l’estorsore del pizzo filmandolo con una telecamera nascosta. Dopo l’ha denunciato e a finire in manette nel blitz che ha azzerato il clan del Capoluogo siciliano, è stato Luigi Marino.

Un uomo coraggioso non ha ceduto a ricatto dei Cosa Nostra ed ha fatto arrestare l’uomo che gli aveva chiesto il pizzo, inoltre lo ha firmato con una telecamera nascosta ed ha denunciato tutto ai Carabinieri.

Immediatamente gli agenti di polizia hanno arrestato Luigi Marino tra le 46 persone arrestate nel Maxi blitz Cupola 2.0 che ha azzerato così i vertici dei clan mafiosi palermitani. In carcere è finito anche Settimo Mineo, ritenuto il successore del boss Totò Riina.

L’imprenditore che ha avuto il coraggio di rifiutare di pagare il pizzo e denunciare tutto, è il titolare di una ditta edile. L’uomo, Giuseppe Piraino, ha dichiarato ai giornalisti: “Sì, ho avuto paura ma la denuncia è l’unico atto da percorrere. E’ stato quasi un atto dovuto; non potevo non prendere posizione davanti alle minacce rivolte anche agli operai del mio cantiere“.

 

Giuseppe Piraino: “Quasi un atto dovuto”.

Luigi Marino aveva minacciato i dipendenti dell’imprenditore che ha sporto denuncia dicendo: “Se il vostro titolare non si mette a posto, qui non lavora nessuno”. Così Giuseppe Piraino, venendo a conoscenza delle varie minacce che i suoi dipendenti hanno subito, ha pensato di acquistare una microcamera e andare a parlare con Marino filmando così la sua richiesta di estorsione.

Nel video portato dai Carabinieri, si assiste ad un dialogo con toni nervosi tra Marino e Piraino.