Rivalutazione delle pensioni: verso blocco a partire da 2500 euro

Dal prossimo anno le perequazioni delle pensioni vedranno il termine della fase transitoria dovuta alla legge Fornero, ma il Governo studia un nuovo intervento sugli assegni più alti.

Rivalutazione delle pensioni: verso blocco a partire da 2500 euro

Il nuovo anno si aprirà con la fine dei vincoli applicati alle rivalutazioni degli assegni previdenziali decisi con la legge Fornero, ma i nuovi adeguamenti potrebbero subire l’azione di un ulteriore intervento sopra alle 2500,00 euro al mese. È quanto emerge dalle ultime indiscrezioni rilasciata dalle agenzie di stampa sul meccanismo delle perequazioni.

Il Governo avrebbe infatti allo studio un meccanismo pensato al fine di calmierare il ripristino delle regolazioni previste con la legge n. 388 del 2000 per coloro che possono vantare emolumenti elevati. L’idea è quella di preservare risorse che possono essere destinate in favore di chi vive situazioni di disagio. Resta però da capire nel dettaglio come sarà attuato il nuovo provvedimento, anche perché dovrà essere pensato in modo da superare eventuali verifiche da parte della Corte costituzionale.

Le ipotesi sui tagli allo studio dei tecnici

Anche se al momento non vi sono conferme da parte del Governo in merito alla misura, l’eventuale decisione appare comunque in linea con gli interventi già decisi sui vitalizi ed in corso di adozione sulle cosiddette pensioni d’oro. Nel caso in cui il quadro appena esposto fosse effettivamente attuato, i pensionati con assegni elevati vedrebbero semplicemente proseguire una situazione che si era già concretizzata negli scorsi anni.

In assenza di nuovi interventi legislativi, dal 2019 si tornerebbe invece alla perequazione quasi integrale, che prevede il 100% degli adeguamenti fino a tre volte il minimo Inps, mentre al di sopra di questa soglia le rivalutazioni proseguirebbero al 90% fino a 5 volte l’assegno base ed al 75% per importi superiori. 

In merito invece ai possibili risparmi il provvedimento dovrebbe consentire (assieme al taglio sugli assegni d’oro) di ottenere risorse aggiuntive per circa un miliardo di euro. Fondi che, come già sottolineato, saranno destinati alle misure di sostegno in favore dei cittadini meno fortunati, oltre che all’avvio della flessibilità previdenziale.

 

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