Nel pomeriggio di lunedì 6 agosto 2018, indicativamente alle 13:40, un maxi incendio si è sviluppato sul raccordo tra le uscite autostradali 2 e 3 del capoluogo emiliano e le autostrade A1 e A14 causando, almeno secondo le prime stime, ben 60 feriti (tra cui alcuni minorenni) e 3 morti.
A causare l’incendio è stato un incidente avvenuto, proprio su tale convergenza autostradale, tra un tir che trasportava materiale infiammabile e una bisarca (auto-articolato).
La terribile esplosione che ne è derivata, a cui ne sono seguite altre, ha coinvolto immediatamente i veicoli più prossimi all’incidente, che stavano percorrendo in quel momento quel tratto del raccordo autostradale, per poi propagarsi successivamente alle zone sottostanti il ponte di via Caduti di Amola, in località Borgo Panigale.
Il traffico è stato conseguentemente bloccato in entrambi i sensi di marcia di tangenziale e autostrada, creando non pochi disagi alla circolazione veicolare. L’autista della cisterna che trasportava materiale infiammabile è attualmente disperso.
Bisogna aggiungere anche che sotto il ponte dell’autostrada, che è crollato a causa dell’esplosione, ci sono due concessionarie di auto, le cui automobili nei piazzali risultano tra quelle avvolte dalle fiamme, e alcuni dipendenti di queste concessionarie si annoverano tra i feriti.
Sul luogo dell’incidente, oltre ai vigili del fuoco e alle forze dell’ordine, sono arrivate anche molte ambulanze per portare soccorso a tutti coloro che avessero necessità di assistenza medica. Mentre i vigili del fuoco sono impegnati a spegnere il maxi incendio, il pronto soccorso dell’ospedale Maggiore del capoluogo emiliano è stato preso letteralmente d’assalto.
Inoltre, sul posto sono intervenuti anche le unità cinofile e gli USAR (Urban Search And Rescue), nonché gli elicotteri del reparto volo di Bologna, per effettuare una minuziosa e attenta ricognizione aerea di tutta la zona.
Insomma, si tratta veramente di un incidente e di un incendio dalle conseguenze davvero terrificanti, che stanno tuttora mettendo in ginocchio il capoluogo emiliano e stanno dividendo a metà l’Italia.