Giuliano Ferrara si è unito al coro contro Salvini criticando, con toni estremamente duri, la linea del vicepremier. Secondo il giornalista le accuse rivolte al ministro dell’interno da Roberto Saviano e dal Pd sono inutili perchè inefficaci. Ferrara lo ha spiegato su Twitter: “L’attribuzione di responsabilità personali nelle morti per acqua è un modo indecente, melodrammatico, narcisista e controproducente di combattere quel fesso fascistello e le sue orride scelte politiche”.
L’ex politico, già nei giorni scorsi, aveva esposto il suo “lucido” pensiero sull’operato del governo in merito alle scelte messe in campo per contrastare il fenomeno dell’ immigrazione: “Un tizio che nega l’attracco alla Guardia Costiera è solo uno scemo”. I suoi follower non hanno gradito la boutade e gli insulti sono diventati i protagonisti dei commenti. Oltre ai rituali vaffa qualcuno si è spinto nell’elaborazione di concetti più articolati sostenendo che Ferrara peggiora di giorno in giorno e che la stima nei suoi confronti oramai è volata via lontana: “Si faccia curare. Essere malati non è una colpa…”.
L’ultima avventura politica di Ferrara risale alle elezioni del 2008, quando si presentò con la lista da lui stesso fondata “Associazione difesa della vita. Aborto? No grazie”. Negli ultimi anni Ferrara si è avvicinato alle posizioni più conservatrici vicine alla Chiesa cattolica, pur non dichiarandosi cattolico, tanto che è arrivato a chiedere che venisse praticata una moratoria dell’aborto, come quella della pena di morte approvata dall’ONU.
Il cammino ideologico di Ferrara è decisamente ondivago. Figlio di Maurizio Ferrara, senatore comunista e dell’ex partigiana gappista Marcella de Francesco, Giuliano ha lasciato la facoltà di Giurisprudenza senza terminare gli studi per avvicinarsi alla politica prendendo parte alle contestazioni sessantottine: è stato attivo durante gli scontri di Valle Giulia.
Dopo aver militato nel Partito Comunista negli anni ’80 è giunto al Partito Socialista: è stato eletto al Parlamento europeo nel 1989, per poi passare a Forza Italia e sostenere con forza Silvio Berlusconi. Nel governo Berlusconi Ferrara è stato Ministro per i rapporti con il parlamento.