Stipendi gonfiati al Comune di Palermo: notificate 11 ordinanze

Alcuni dipendenti del Comune di Palermo sono stati sottoposti a custodia cautelare. Lo scandalo risale a tre anni fa, ora affiorano i nomi di coloro che gonfiavano gli stipendi con più voci in busta paga e con buoni pasto anche a pensionati e persone morte

Stipendi gonfiati al Comune di Palermo: notificate 11 ordinanze

A distanza di tre anni dallo scandalo che emerse al Comune di Palermo, che denunciava stipendi gonfiati grazie a voci false inserite in busta paga, ferie truccate, buoni pasto anche per pensionati e persone decedute, ora vengono alla luce i nomi degli impiegati responsabili della vicenda.

La procura di Palermo ha emesso undici ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti dipendenti del comune palermitano, con l’accusa di associazione per delinquere e peculato, falso e accesso abusivo a sistema informatico. L’inchiesta è partita nel 2011 ed è stata chiamata col nome di “Bancomat”, per indicare le operazioni effettuate dai funzionari grazie ai soldi pubblici, che utilizzavano e intascavano per arrotondare lo stipendio.

A sollevare i primi sospetti furono gli uffici della Ragioneria generale quando, nell’aprile del 2011, scoprirono diverse irregolarità in seguito ai quali nove dipendenti furono trasferiti e due addirittura sospesi. Diverse le voci inserite per gonfiare gli stipendi: oltre alle ferie truccate, son stati scoperti anche calcoli sbagliati, emersi buoni pasto che venivano accreditati a persone decedute e a pensionati, e ancora i calcoli dell’indennità fatti con la retribuzione notturna, più alta di quella diurna.

Le indagini sono durate tre anni, ma finalmente i carabinieri sono venuti a capo della matassa e hanno individuato i responsabili. Adesso saranno fatti ulteriori accertamenti per quantificare i danni e per capire le somme indebitamente percepite in questo periodo a quanto ammontano. A confermare e divulgare la vicenda sarà una conferenza stampa che avrà luogo oggi presso la Palazzina “M” della Procura della Repubblica di Palermo. Soddisfatti i carabinieri dell’esito della vicenda, che ha portato alla scoperta dell’inganno perpetrato in questi anni e soprattutto ha permesso di assicurare alla giustizia i veri colpevoli.

Truffe di questo genere vengono spesso scoperte nelle amministrazioni comunali, causate da dipendenti che approfittano di situazioni a volte non soggette a controlli regolari. Quello che dovrebbe far desistere da questo tipo di approfittamento potrebbe essere una pena esemplare, come la perdita del posto di lavoro, motivo più che valido per non commettere reati di peculato e appropriazione indebita. Oppure un trasferimento a una carica inferiore a quella occupata prima.

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