Europa: La nuova Roma e il saccheggio degli Stati indebitati

Una Policy Note di maggio del Levy Institute ci racconta il saccheggio dei Piigs.

Europa: La nuova Roma e il saccheggio degli Stati indebitati

Una Policy Note di maggio del Levy Institute ci racconta il saccheggio dei Piigs.

In una Policy Note del Levi Economics Institute of bard College, C.J. Polychroniou, giornalista economico, racconta il saccheggio dei popoli europei sotto la morsa dell’austerità, imposta da un modello economico voluto da quella che viene definita “la nuova Roma”, l’Unione Europea a guida tedesca.

“The new Rome: the EU and the pillage of the indebted countries” (La nuova Roma: l’UE e il saccheggio degli stati indebitati”). Ecco alcuni stralci:

“L’Unione europea (UE) è un’organizzazione fondata sul trattato che è stato istituito dopo la Seconda Guerra Mondiale come
mezzo per porre fine ad una pratica diffusa tra i paesi europei europei: risolvere i problemi nazionali impegnandosi in guerre sanguinose. L’esperimento europeo di formazione di un mercato comune, che ha portato alla fine all’Unione economica e monetaria, è stato collegato ad alcuni risultati notevoli: l’Europa ha vissuto il suo più lungo periodo di pace dopo la fine della Seconda guerra mondiale, e una guerra tra gli stati membri europei sembra ora altamente improbabile. Naturalmente, i maggiori funzionari dell’UE non perdono mai l’occasione per ricordare al pubblico questo risultato ogni volta che le politiche della “nuova Roma” vengono criticate da una cittadinanza europea stanca di processi decisionali autoritari, salvataggi bancari mascherate da salvataggi nazionali, politiche di austerità, e il saccheggio dei paesi debitori da parte del centro”.

“L’esperimento europeo di integrazione, dalla Comunità economica europea (CEE), alla UE di oggi avrebbe fatto una grande differenza positiva in campo economico e lo sviluppo sociale dei paesi membri, tra cui quelli della periferia. Questa è un’affermazione molto discutibile, se non un vera e propria esagerazione esagerazione. La libera circolazione dei capitali, del lavoro, delle merci all’interno dell’UE ha funzionato bene per un po’, per il capitale finanziario, da un lato, e, dall’altro, per i paesi centrali che avevano un vantaggio competitivo in partenza. (…) L’era della finanziarizzazione, della illusione di convergenza e di standard di vita più elevati per tutti è
andato in frantumi, con un trend crescente di disuguaglianza sostanziale sia all’interno dei singoli stati che tra gli stati membri”.

Andate a darci un’occhiata sul sito del Levy Institute: potreste scoprire di retroscena interessanti sul processo di convergenza economica dell’UE (leggi “saccheggio del sud”)

 

 

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