Nell’ospedale di Milyang, una città nel sud-est della Corea del Sud, è divampato un grave incendio che ha causato più di 40 morti e una settantina feriti, alcuni dei quali versano in condizioni piuttosto critiche. Un mese fa circa, nel dicembre 2017, un altro incendio, presso il centro fitness nella città di Jecheon, aveva ucciso 29 persone. Quest’ultimo incendio è peggiore del precedente, forse anche degli ultimi dieci anni.
Ieri sera, verso le 22.30 in Italia (7.30 di mattina ora locale), partendo dalle sale del pronto soccorso situato al piano terra dell’edificio portante dell’ospedale, le fiamme hanno cominciato a diffondersi in parte dell’edificio. Solo dopo un’ora e mezza di lavoro, i vigili del fuoco sono riusciti a domarle.
Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Yonhap, all’interno dell’ospedale, un edificio di sei piani, nel momento in cui è divampato l’incendio, c’erano circa cento persone, mentre nel palazzo adiacente, una casa di cura, c’erano 93 pazienti che sono stati prontamente evacuati e messi in salvo. Anche i 15 pazienti ricoverati in terapia intensiva, grazie alle lunghe e difficili operazioni di soccorso e alla supervisione dei medici, son stati portati fuori dalle fiamme e salvati.
Tra i video che sono stati pubblicati sui social, si possono vedere i vari tentati di messa in soccorso dei pazienti: uno è aggrappato alla corda di soccorso che gli è stata lanciata da un elicottero, un altro cerca di uscire dalle finestre per raggiungere una scala. L’impresa di salvataggio, a quanto si legge dai giornali, è stata piuttosto articolata.
Moon Jae-In, il presidente sud coreano, ha immediatamente convocato i suoi consiglieri in una riunione d’emergenza per decidere quali misure intraprendere: nell’occasione – secondo quanto ha riferito il portavoce Park Soo-Hyun – ha voluto esprimere la sua tristezza per quanto accaduto. Ora, lo stesso presidente ha affidato agli inquirenti il compito di indagare e individuare velocemente le cause del grave disastro.