Ad una paziente malata di cancro di Belluno le vengono decurtati dallo stipendio quasi 300 euro al mese per i giorni di chemioterapia. G.F., 64 anni originaria del capoluogo veneto, lavora all’Agenzia del territorio. Nel 2009 ha purtroppo scoperto di avere un cancro al seno.
In seguito decise di operarsi e di prendersi un periodo di malattia dal lavoro. Rimase a casa dal dicembre di quell’anno fino al mese di luglio del 2011. Una volta a settimana nel corso dell’intero periodo, inoltre, si è recata presso il centro di Aviano per effettuare i cicli di chemio. La donna subì già a quel tempo una prima decurtazione dello stipendio.
L’agenzia delle Entrate le taglia lo stipendio
Per i contratti dello Stato il taglio è del 50% nel caso di periodi di malattia compresi tra i 12 e i 18 mesi. Poi ne arriva un altro in virtù della normativa proposta da Renato Brunetta la quale trattiene parte dello stipendio ai dipendenti statali che prendono 10 giorni di malattia. Questa decurtazione viene però meno dall’undicesimo giorno in poi.
“Le giornate di chemioterapia sono state perciò considerate interruttive del periodo di malattia” – ha spiegato Gianluca Della Giacoma, segretario Fp Cgil – “Si tratta di un’applicazione impropria della legge“.
Da giugno 2017 hanno tolto alla povera paziente quasi 300 euro al mese per un totale di circa 2.100 euro. Gianluca Della Giacoma ha anche fatto sapere che la Cgil si sta organizzando per presentare nel giro di pochi giorni una diffida nei confronti dell’Agenzia delle Entrate. L’operazione che ha condotto nei confronti di questa sfortunata donna bellunese sarebbe assolutamente illegittima, almeno secondo quanto spiegato da Della Giacoma.
Il caso sta rapidamente suscitando grande clamore nel mondo del web e nel dibattito pubblico. Probabilmente investirà a breve anche l’attuale campagna elettorale in vista delle elezioni politiche del prossimo 4 marzo.