Da quando quest’opera è stata commissionata per proteggere la laguna di Venezia dall’inevitabile sprofondamento e allagamento, il Mose ha sempre destato preoccupazioni e incertezze, per gli alti costi e l’enorme mole di lavoro. Sono oramai undici gli anni di lavoro dall’inizio dell’opera e ancora tre se ne preventivano, salvo ritardi, e con ben 5 miliardi di euro spesi.
Oggi però non sono questi i dati allarmanti, ma sono invece i 35 arresti e i 100 indagati usciti dall’inchiesta della procura, per svariati reati legati all’opera in questione. Tra gli arresti, anche nomi di rilievo della politica nazionale tra cui Alberto Scaramuzza, ex governatore del Veneto, Giancarlo Galan, da sempre vicino a Berlusconi e l’eurodeputata uscente Lia Sartori. Agli arresti anche nomi più grossi come il sindaco di Venezia Orsoni, posto ai domiciliari, l’assessore regionale alle infastrutture Chisso, il generale Emilio Spaziante e due ex presidenti del Magistrato alle Acque, Cuccioletta e Piva. A tutti gli indagati sono stati confiscati valori per un totale di 40 miolioni di euro.
A capo di tutto, secondo la procura, ci sarebbe stato l’80enne Giovanni Mazzacurati che come un vero burattinaio smistava i soldi provenienti dai finanziamenti pubblici a tutti gli interessati, promettendo agevolazioni a chiunque. Tra le accuse ci sarebbero appropriazione indebita, tangenti e false fatture con le quali gli indagati avrebbero giustificato il bisogno di nuovi fondi. Gli investigati si pagavano di tutto da viaggi di lusso fino alla carta igienica per uso personale con i soldi pubblici.
L’inchiesta è appena partita ma i numeri sono già enormi, come la vergogna per un’Italia sempre più corrotta, senza speranza e buoni esempi a cui aggrapparsi. Subito enormi le accuse del Movimento 5 Stelle, che sul blog esce con una scritta “vinciamo poi ma intanto arrestano voi”, mentre sia Forza Italia che PD difendono i loro relativi indagati, in un momento in cui sarebbe forse il caso di dare il buon esempio con espulsioni dalla vita politica e condanne senza appello.
Nella speranza che la giustizia faccia il suo corso e che non finisca tutto in una bolla di sapone, il Mose prosegue nella sua costruzione perché anche tutta la corruzione scoperta non deve impedire la salvezza di una città favolosa come Venezia.