Migranti in rivolta minacciano gli operatori del centro di accoglienza per un montone da sacrificare negato

Nel centro di accoglienza di Girasole, alcuni minori hanno messo in atto una protesta per la mancata consegna di un montone da utilizzare in un rito religioso, per il cibo scadente, per la biancheria intima non sufficiente, per la connessione Wi-Fi difettosa.

Migranti in rivolta minacciano gli operatori del centro di accoglienza per un montone da sacrificare negato

Alcuni minori extracomunitari, ospiti del centro di accoglienza di Girasole (Nuoro), l’ex albergo Santa Lucia, hanno occupato per protesta la struttura: esigevano che gli fosse consegnato un montone da sacrificare per poter celebrare una festività religiosa islamica. Dopo il rifiuto dei gestori, è esplosa la contestazione.

La Festa islamica del Sacrificio riconduce al sacrificio di un montone da parte di Abramo, dopo che Dio lo fermò mentre stava per uccidere il figlio Isacco. Una pecora, capra, bovino, viene sgozzata ritualmente svuotandola dal sangue impuro: la carne viene mangiata e donata ai poveri.

Nel centro, sono presenti 23 ragazzi musulmani e cristiani, in maggior parte africani. I giovani inizialmente hanno preso a lamentarsi per la qualità del cibo, per la fornitura di biancheria intima non soddisfacente, e per i problemi che riscontravano con la rete Wi-Fi: la situazione si è ulteriormente riscaldata, e gli operatori del centro sono stati circondati e minacciati. La cooperativa, che gestisce da più di un anno la struttura, è la Opportunity: per cercare di risolvere la situazione, si son visti costretti a chiamare i carabinieri.

La rivolta dei migranti si è protratta per tutta la mattina: i migranti hanno preso a gettare per terra il riso e la carne congelata, calpestando le confezioni di succo di frutta stipate in dispensa. I carabinieri e la polizia, dopo una trattativa durata tutta la mattinata, sono riusciti a calmare le acque. Si è visto necessario l’intervento del vicesindaco di GirasoleLudovico Piras, dell’assessore ai Servizi socialiSalvatore Murru, e dell’assistente sociale del Comune.

Viste le lamentele dei profughi sulla qualità del cibo servito nella struttura, è intervenuta anche la Assl di Lanusei. Il Servizio di igiene degli alimenti, dopo una prima ispezione, si è riservato di effettuare eventuali ed ulteriori verifiche.

Le forze dell’ordine dovrebbero segnalare al Tribunale dei minori il caso, e la posizione dei minori verrà posta al vaglio: i ragazzi che hanno dato vita alla protesta potrebbero avere pesanti conseguenze. La cooperativa inizialmente aveva l’autorizzazione per 16 minori, ma si è trovata a dover ospitare altri giovani arrivati in Sardegna con i numerosi sbarchi che si ripetono da inizio autunno. La situazione rischia di diventare esplosiva, e la protesta inscenata è considerata come un preludio al disastro.

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