Nei pressi della stazione di Padova, in zona Arcella, un gruppo di persone aveva organizzato un centro di rifornimento della droga paragonabile ad un vero e proprio supermercato. Era ben organizzato sia nell’importazione della ‘roba’, sia nel confezionarla e alla fine anche nella vendita al dettaglio. Un giro di migliaia di euro derivati dai stupefacenti ogni mese.
La Guardia di Finanza, che da qualche mese seguiva l’operazione, ha arrestato ben sette persone di tre nazionalità diverse. Sono stati colti in flagranza di reato quattro tunisini, due italiani e un albanese. Ha inoltre sequestrato 800 grammi di eroina e 600 di cocaina, insieme a 20mila euro in contanti.
L’operazione, partita lo scorso maggio quando vennero arrestati due corrieri e sequestrati 1.078 grammi di cocaina purissima il cui valore è stato stimato pari a 200mila euro, ha avuto come risultato la scoperta di una rete abbastanza complessa di spaccio e di traffico di sostanze stupefacenti. Il punto di riferimento della rete erano due tunisini che gestivano il tutto da due condomini all’Arcella. I due condomini erano diventati un punto di riferimento per molti, ogni giorno c’era un andirivieni di clienti, lo spaccio di droga si interrompeva solo per poche ore durante la notte.
Ogni membro del gruppo aveva un compito ben definito, ai due tunisini, Jamel Chebbi e Walim Khmili, era affidato quello di importare droga all’ingrosso, di confezionarla e quindi di spostarla negli appartamenti dei due italiani Francesco Toniato e Arianna Vavalle.
Lofti Chebbi e Alaa Lassaoued vigilavano all’ingresso dei due condomini pronti ad avvisare i loro capi ogni qualvolta c’era un movimento sospetto nella zona, i due tenevano anche i rapporti con i clienti al dettaglio.Tra gli arrestati, Altin Koci, un uomo di nazionalità albanese, tra i fornitori all’ingrosso; proprio domenica – al momento del fermo – aveva con sé 540 grammi di cocaina.
Secondo la Guardia di Finanza, il gruppo era attivo da tempo, sicuramente da molto prima di maggio. Da qualche calcolo pare che il giro d’affari messo in moto s’aggirasse circa sui 60mila euro di droga al mese.