Buone notizie per i dipendenti di Electolux. È stato raggiunto l’accordo da poche ore, ad annunciarlo il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi “Un accordo straordinario che premia l’impegno straordinario di istituzioni, lavoratori e azienda”.
Grazie a questo accordo, quindi, Electrolux rimane in Italia e non verrà effettuato alcun licenziamento «È un accordo importante per il futuro che dimostra che in questo Paese è possibile continuare a produrre e a investire e soprattutto a mantenere i livelli occupazionali, cosa che credo sia un dovere morale per ognuno di noi», afferma il ministro ringraziando «di cuore sindacati, lavoratori e azienda che hanno fatto ogni sforzo possibile per comporre la mediazione».
Grazie alla riduzione del costo del lavoro, quindi, il futuro di Electrolux in Italia e dei suoi dipendenti è per il momento al sicuro. Un passo importante ed una decisione fondamentale, che evita nuovi licenziamenti, in un quadro economico generale del nostro paese ancora fortemente influenzato dalla crisi.
“I contenuti principali dell’intesa che poi sarà sottoposta al vaglio dei lavoratori”, spiega ancora Gianluca Ficco, coordinatore nazionale Uilm del settore degli elettrodomestici “sono i seguenti: nessuna chiusura di stabilimento, in virtù di un piano industriale per tutti i quattro stabilimenti italiani con 150 milioni di euro di investimenti nel periodo 2014-2017; nessun licenziamento, grazie al ricorso ai contratti di solidarietà nelle fabbriche, alla cassa integrazione straordinaria in alcune aree impiegatizie ed alle uscite incentivate volontarie o finalizzate alla pensione; mantenimento integrale del salario, nonchè delle pause per effetti stancanti e per necessità fisiologiche, con la riduzione della sola pausa aggiuntiva di Porcia che passa da 10 a 5 minuti; per Porcia impegno dell’azienda al riassorbimento di 150 esuberi, attraverso iniziative interne e intervento di un imprenditore intenzionato a insediarsi nelle aree dismesse del sito; previsione di alcuni incrementi di gettito produttivo, ma con l’impegno aziendale a non peggiorare gli indici di salute e sicurezza sul lavoro e a verificare in fabbrica la fattibilità degli interventi; taglio del 60% dei permessi sindacali dal 1/1/2015, ma mantenimento delle ore di assemblea sindacale”.