E’ giunta da poco la notizia che i detenuti del carcere guadagnebbero di più di un agente di polizia penitenziara, questa notizia di sicuro crearà molto scalpore tra la gente, lasciando molti senza parole, visto il ruolo che queste persone occupano all’interno del carcere. Infatti, da quanto appreso, il contratto per gli agenti di polizia penitenziaria è bloccato da oltre dieci anni e con gli straordinari tagliati.
I detenuti che lavorano all’interno del carcere, invece, riceveranno a breve un aumento sulla busta paga di circa l’83%, tradotto in cifre sarebbero circa 7 euro all’ora, ovvero 1000 euro al mese, oltre alla tredicesima e quattordicesima.
Il Sindacato autonomo della polizia penitenziaria, nello specifico il suo segretario Donato Capece, non è d’accordo su questo aumento in favore dei detenuti, infatti dichiara che i detenuti andrebbero a prendere uno stipendio alla pari degli agenti di polizia penitenziaria, con la differenza che i primi hanno vitto e alloggio pagato, mentre i secondi hanno sulle spalle dei mutui alle volte molto pesanti.
In Germania, invece, il segretario ha dichiarato che i detenuti guadagnano 87 centesimi all’ora e sono obbligati a pagare la corrente elettrica che consumano, invece in Italia i detenuti vengono ospitati a gratis nelle carceri e in più hanno uno stipendio garantito. Infatti in Italia, allo Stato, ovvero a ogni cittadino italiano che paga le tasse, un detenuto costa circa 160 euro al giorno; però, per gli agenti di polizia penitenziaria e per un uomo o una donna che lavorano tutta una vita i soldi per pagare a loro la pensione non ci sono.
Il Segretario ha poi spiegato che nelle 18 carceri che sono presenti nella regione Lombardia ci sono 8.309 detenuti, di cui 1.964 tra stranieri (1.035) e donne (157) lavorano come dipendenti dell’Amministrazione penitenziaria. Queste persone, all’interno delle carceri, si occupano della cucina, delle pulizie delle sezioni, oltre a tenere in ordine le aree esterne e fare manutenzione ordinaria ai vari edifici.
Infine solo 701 detenuti di nazionalità straniera lavorano in Lombardia per le imprese o per le cooperative che vogliono portare la loro produzione anche fuori dalle carceri. Aggiunge poi il Segretario che i detenuti quando ci sono i periodi di non lavoro ricevono una specie di cassa integrazione.