A dieci giorni dal ritrovamento del cadavere della piccola Noemi Durini cominciano a venire fuori i dettagli del delitto per il quale, ricordiamo, si è autoaccusato il fidanzato 17enne Lucio Marzo.
L’autopsia che è stata effettuata all’Ospedale Vito Fazzi di Lecce, lo scorso mercoledì 19 Settembre, aveva confermato che la giovane Noemi aveva lesioni che sembrano compatibili con un arma da taglio. Questi elementi danno credibilità e confermano le ultime dichiarazioni del colpevole, che aveva dichiarato di aver ucciso Noemi con un coltello, il quale sarebbe stato portato proprio da Noemi per perpetrare l’idea di sterminare la famiglia del fidanzato.
Stando a quanto emerso da alcune indiscrezioni, durante l’autopsia condotta sul corpo della sedicenne, è stata ritrovata – nel collo della ragazza – la punta di una lama di coltello. Proprio per questo motivo, il pm del tribunale dei minori, Anna Carbonara, ha predisposto una nuova perquisizione nella casa dei genitori di Lucio, per cercare proprio la parte mancante del coltello che potrebbe essere l’arma del delitto.
Un nuovo dettaglio, emerso nelle ultime ore e che rende questo omicidio ancora più efferato, è il fatto che Noemi sia stata prima picchiata a mani nude, e poi ammazzata. Il corpo della ragazzina presenta diverse ferite dovute a “lesioni contusive multiple da picchiamento al capo e agli arti e lesioni da arma bianca al capo e al collo”.
È lo stesso Lucio a disegnare, proprio durante l’interrogatorio del 13 Settembre, il coltello che avrebbe usato per uccidere Noemi. Il disegno adesso fa parte degli atti investigativi.
Per avere notizie certe, un quadro definitivo su come si siano svolti i fatti, e i risultati medico-legali, bisognerà attendere circa due mesi, anche perché sono in corso anche gli esami tossicologici sui tessuti, e le analisi degli organi interni. Al momento, il minore è stato trasferito fuori regione, e si trova, infatti, in un carcere in Sardegna.