Trovata una lettera del 17enne: “Mio padre mi diceva di lasciarla stare. (…) Iniziarono i problemi seri con mio padre e mia madre che mi portarono all’esaurimento nervoso. Una sera furono talmente tante le lamentele dei miei che io cominciai a ribellarmi scatenando tutta la rabbia che avevo verso di loro. (…) Passata la settimana del Tso convinsi mio padre e mia madre che l’avrei eliminata per sempre dalla mia testa e così non fu. Io la amo ancora e non la tradirò mai, per potermela tenere stretta e più in là sposarmela”.
Intanto per il giovane è stato convalidato il fermo per omicidio volontario premeditato aggravato, dato che l’unico responsabile dell’omicidio viene considerato lui. Ill padre rimane indagato solo per occultamento di cadavere, dando ipotesi è che abbia aiutato il figlio a disfarsi del corpo della vittima.
Negli interrogatori il 17enne appare contraddittorio, a partire dalle modalità dell’omicidio. Prima avrebbe detto di avere usato una pietra e successivamente si è contradetto dicendo di aver usato un coltello. Sul cranio di Noemi non sono state trovate ferite inferte da pietrate e il coltello non è mai stato trovato. Ora, il 17enne ha scelto di rimanere in silenzio per non aggravare ulteriormente la sua posizione.
Nel frattempo, due bottiglie incendiarie sono state lanciate contro l’abitazione in cui il ragazzo viveva assieme ai genitori e ai fratelli. I carabinieri hanno recuperato i resti di due bottiglie incendiarie. Nei pressi dell’abitazione vi è anche la presenza di telecamere di sorveglianza. Gli autori del gesto potrebbero, quindi, essere stati ripresi.
E’ stato rivolto dal Vescovo un appello ai cittadini del paese al fine di “mantenere la calma ed evitare atti inconsulti”. Anche il parroco ha rivolto un messaggio, in riferimento al lancio delle molotov, sostenendo che “con la vendetta non si ottiene giustizia”.