Gli italiani sono storicamente uno dei popoli più bersagliati dagli stereotipi. Mangiamo spaghetti, siamo bamboccioni, mafiosi, inaffidabili, spensierati, canticchiamo tutto il giorno e amiamo la buona cucina, il vino e i vestiti eleganti. Ma non c’è solo questo. Siamo anche considerati degli eterni pigroni, oltre che inguaribili donnaioli. Se molte di queste caratteristiche continuano ancora oggi ad essere verosimili, per altre non si può certo dire altrettanto. Del resto se i tempi cambiano, anche gli italiani non possono che fare altrettanto.
A cercare di dare una rappresentazione più attuale del popolo italiano, ci ha quindi pensato il Rapporto Coop 2017. Ogni anno l’Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori redige un’indagine sui consumi degli italiani, partendo direttamente da quello che ciascuno di noi mette nel carrello della spesa. Dalla sua lettura si possono apprendere dei dati che a seconda dei casi potranno essere sorprendenti, oppure scontati.
Se un tempo gli abitanti della Penisola erano considerati quelli con il chiodo fisso della preda da portarsi a letto, oggi sembra proprio non essere più così. Del resto negli ultimi 15 anni la frequenza dei rapporti sessuali è calata del 10%. Diminuisce anche l’acquisto dei preservativi: in un anno la contrazione è stata addirittura del 6%. Il 9% ammette invece di non aver avuto rapporti nel corso degli ultimi sei mesi. Finisce quindi l’epoca dei latin lover, degli impenitenti dongiovanni e degli italiani rubacuori? Probabilmente no, ma il calo generalizzato del desiderio sessuale resta comunque un dato di fatto. Ad ogni modo questi dati spiegano probabilmente perché ci sentiamo sempre più tristi. In una scala da 1 a 10, la felicità media nazionale è pari a 5,3.
Se il sesso non ci affascina più come una volta, a compensare tale lacuna ci pensano i social network. Gli italiani a quanto pare ne abusano senza alcun ritegno. Inoltre amiamo giocare d’azzardo, il tutto con la benedizione dello Stato. E a proposito di benedizioni, ci si sposa molto di meno in Chiesa, e chi decide di convolare a nozze, sempre più spesso lo fa con uno straniero. Aumentano quindi i divorzi e diminuisce il numero di persone che partecipa alle funzioni religiose domenicali. Anche sotto questo punto di vista è evidente un netto cambiamento rispetto al passato. Se un tempo eravamo considerati dei convinti praticanti, oggi sono gli atei a farsi sempre più strada nella società.
Escludendo i social network, altre nostre priorità sono il cibo e l’estetica. Stiamo quindi più attenti a quello che mettiamo a tavola, e allo stesso tempo cerchiamo di mantenerci più in forma, praticando della sana attività sportiva. L’ossessione per la salute ci spinge a combattere quella pigrizia che a lungo ci aveva contraddistinto al di fuori dei confini nazionali. Uno su quattro si dedica con continuità allo sport, con il ciclismo a farla nettamente da padrone. Ma abbiamo fatto dei progressi anche in fatto di vizi e trasgressioni: si fuma e si beve meno rispetto ad un tempo, però proprio non riusciamo a resistere ai tatuaggi. Il 13% della popolazione ne ha almeno uno.