Migranti lanciano armadi in strada per non aver ricevuto i pocket money

In una cooperativa siracusana un gruppo di immigrati minorenni ha dato vita ad una rivolta per la mancata elargizione dei pocket money, il contributo giornaliero per comprare beni non di prima necessità.

Migranti lanciano armadi in strada per non aver ricevuto i pocket money

Motivazioni futili per un gesto potenzialmente pericoloso che, fortunatamente, non ha avuto conseguenze: probabilmente alcuni migranti non comprendono che le prospettive raccontate dai trafficanti di uomini sono solo favole. A Siracusa è scoppiata una rivolta nel centro migranti di Francoforte: motivazione? Il mancato pagamento dei pocket money.

Un gruppo di immigrati minorenni, ospiti della cooperativa locale, ha messo in atto una rivolta per non aver ricevuto i pocket money che gli spettano per legge, 2,5 euro al giorno di contributo per acquisire beni non di prima necessità.

Alle 21 del 9 settembre è iniziata la sommossa: un video documenta l’accaduto. Dal centro profughi sono volati i mobili e tutti i suppellettili della struttura di accoglienza. I cittadini sono immediatamente scesi in strada, visibilmente contrariati per la scena e per la pericolosità dell’atto. Sono intervenuti i carabinieri, la situazione stava degenerando, i residenti erano prossimi ad intervenire: i militari hanno identificato i quattro ospiti della struttura responsabili della violenza, i riscontri sono ancora in procinto.

Dalle prime indagini risulta che non solo i migranti avrebbero contribuito a devastare il centro di accoglienza: i quattro responsabili sono stati allontanati dalla struttura e trasferiti in un altra casa di accoglienza, lo Sprar sempre a Francoforte. I protagonisti della vicenda non verranno perseguiti per la rivolta, hanno 14 anni, il procuratore per i minori di Catania dovrà prendere comunque visione del caso. Matteo Salvini è intervenuto in merito: “Adesso diranno che sono io a seminare odio”.

A Siracusa, nel marzo del 2015, una ventina di stranieri promulgarono una protesta, chiudendo i cancelli della struttura e impedendo l’uscita dei dipendenti: secondo le fonti investigative la motivazione scatenante sarebbe stata la mancata erogazione dei soldi, probabilmente i soliti pocket money. L’arrivo della polizia riuscì a calmare gli animi, facendo rientrare la rivolta: i cancelli vennero immediatamente riaperti.

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