Su questa vicenda vige un silenzio assordante da parte dei mass media italiani: dal G20 di Amburgo sei cittadini italiani sono in carcere in Germania. Il governo tedesco pare aver trovato il proprio capro espiatorio per la palese incapacità dimostrata dalla polizia nella gestione dell’ordine pubblico nei giorni del G20 ad Amburgo.
Le proteste dilagarono per tre giorni, l’impianto poliziesco repressivo, messo in atto per proteggere il summit del G20, non riuscì a fermare l’avanzata dei manifestanti che tennero in scacco la città di Amburgo. Vennero arrestati circa 300 manifestanti in modo decisamente arbitrario: vennero trattenuti a lungo nel GeSa, il centro di detenzione creato appositamente per questo evento a Hamburg-Harburg.
Nei centri di detenzione tedeschi vi sono 6 italiani dimenticati: le accuse a loro carico vanno da disturbo della quiete pubblica, a lancio di oggetti, fino a tentativo di lesione e attacco alla sovranità dello Stato.
I ragazzi sono senza precedenti penali, e con un lavoro: il loro diritto di circolare liberamente è stato leso come i loro diritti civili. ll deputato tedesco Martin Dolzer ha ordinato che non vengano loro consegnati i pacchi contenenti il vestiario, e che non possano accedere alla biblioteca.
Oggi, una delegazione di Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana e USB – Unione Sindacale di Base – era presente al presidio organizzato davanti all’Ambasciata tedesca a Roma, per chiedere a gran voce la liberazione degli italiani. Erasmo Palazzotto ha presentato una interrogazione parlamentare.
L’esponente di Sinistra Italiana attacca duramente il Governo Tedesco: “La quasi totalità dei cittadini di nazionalità tedesca risulta già scarcerata. In nessun caso sono emersi elementi probatori tali da giustificare il trattenimento in carcere dei nostri connazionali: addirittura, nel caso di Maria Rocco, la ragazza è stata tratta in arresto mentre portava soccorso ad una ragazza ferita con una frattura scomposta alla gamba”.
Il parlamentare contesta anche il governo italiano, sentenziando che è intollerabile questo silenzio e quello del ministro degli esteri, Alfano, sulla condizione dei sei cittadini italiani detenuti in Germania. Sentenzia che i manifestanti, incastrati nelle maglie di una repressione assurda, trattenuti in carcere da oltre 15 giorni in regime di isolamento, non hanno potuto usufruire del rilascio su cauzione, e degli arresti domiciliari in Germania: sono trattati come pericolosi criminali con accuse a carico decisamente irrisorie.
Italo Di Sabato – dell’Osservatorio Repressione – ha detto che questa situazione è ai limiti del paradosso: usano gli attivisti sociali di tutta Europa per la campagna elettorale tedesca, per coprire il fallimento politico del G20, e per coprire il fallimento della gestione della piazza di Amburgo. “Ci sono stati dei rastrellamenti alla fine del corteo e, per di più, sono stati fermati tutti gli attivisti che per strada non parlavano il tedesco”.