In natura vi sono moltissimi animali che vengono comunemente associati ad un pericolo per l’uomo, e di norma la maggior parte di questi sono effettivamente potenzialmente dannosi (se non addirittura letali) in determinate condizioni. D’altronde benché l’essere umano sia la specie cognitivamente più dotata del pianeta, non siamo neanche lontanamente annoverabili tra le più forti: è dunque normale avere paura quando ci si trova faccia a faccia con un animale in grado di nuocerci seriamente. Ma vi sono animali in particolare che ispirano il terrore (e spesso anche il disgusto) anche quando non ve n’è alcuna ragione, come ad esempio i ragni.
I ragni sono una classe di artropodi semplicemente straordinaria, basti pensare che furono proprio loro i primi colonizzatori animali delle terre emerse quando la vita, dalle profondità marine, si spostò verso la terraferma. Possiamo dunque affermare che i ragni siano stati i primi, veri dominatori del suolo di questo pianeta, forse basterebbe già solo questo a tributare loro il rispetto che meritano. Il problema è che i ragni, grazie al loro aspetto tutt’altro che gradevole ed al fatto che molti di essi siano velenosi, si sono fatti una pessima nomea nel corso dei millenni.
Intendiamoci, non tutte le culture del mondo hanno visto il ragno come un animale malvagio, al contrario (basti pensare ai miti asiatici ed africani del ragno-creatore o del ragno come portatore del fuoco agli umani). Ma nella cultura di massa odierna occidentale, i ragni non sono certamente fra gli animali più apprezzati e sono indubbiamente fra quelli maggiormente temuti. Per questo, se già un piccolo ragnetto lungo un paio di centimetri può generare ansia ed apprensione, possiamo immaginare come possano reagire molte persone quando a quella misura viene aggiunto uno zero.