E’ proprio una brutta storia, che ha scosso anche il Vaticano, parla di violenza nelle mura domestiche da parte di un funzionario della Gendarmeria. L’uomo è stato accusato e ora è indagato dalla procura di Roma grazie a una giornalista di TV2000 che ha raccolto le sofferenze della moglie per le violenze fisiche e psicologiche.
I due si sono sposati nel 2015, ma quasi da subito il loro rapporto ha cominciato a vacillare. Le liti incalzavano una dopo l’altra velocemente, finché a marzo, la donna ha deciso di porre fine alla violenza e di sporgere denuncia.
Rileggendo i documenti che descrivono quanto accadeva tra le mura di casa si leggono particolari inquietanti, spesso a causa di motivi senza significato, futili: il gendarme “strattonava la moglie, spintonandola colpendola con schiaffi, pugni cagionandole lesioni“, lo faceva spesso, come per abitudine. A volte l’uomo la offendeva con modi violenti, la minacciava, in un’occasione ha preso in mano anche un martello.
Le minacce, purtroppo, a volte finivano con il diventare realtà, in uno dei referti citati negli atti è descritto un “trauma cranico con ematoma regione frontale, frattura spina nasale, frattura costale destro arco lat. XI, frattura scomposta falange primo dito piede destro“. Le fratture, hanno giudicato i medici, sono guaribili in 15 giorni.
La Gendarmeria del Vaticano è il corpo di Polizia che da due secoli, quindi dal 1816, si occupa della sicurezza del Pontefice, oggi di Papa Francesco. La domanda che qualcuno si pone dopo aver conosciuto questo episodio è legittima: da chi e in quale modo vengono scelti gli uomini che si occupano ogni giorno della sicurezza del Papa?
E ancora una domanda: un gendarme vive, silenzioso e in attenti, a fianco del Papa mentre si muove per piazza San Pietro, mentre viaggia e mentre parla. Quanti discorsi sulla non violenza, sull’importanza della donna, sul rispetto avrà sentito?