Il Ministro dell’Interno, Minniti, ha trovato una soluzione, decisamente geniale, per smistare gli attracchi delle navi pregne di migranti: Salerno, Civitavecchia e Napoli potrebbero essere tre città papabili per far sbarcare le Ong che recuperano migranti nella acque libiche. Il Ministro ricorda che, visto l’emergenza – oramai eterna – dovrebbero essere accolte non solamente imbarcazioni umanitarie. “Occorre alleggerire la pressione sugli scali in Sicilia e Calabria” ha sentenziato Minniti.
Il grido “scandalo” è detonato nella canicola estiva, una doccia fredda non rigenerante. Il capogruppo leghista alla Camera Fedriga ha inveito contro il governo: “invece di bloccare le partenze, decide di sparpagliare gli sbarchi a livello nazionale perché l’ Europa ci chiude i porti” Le Ong, non intendono allontanarsi dalla Sicilia, neppure per giungere in Campania o nel Lazio perchè significherebbe abbandonare il quadrante del Mediterraneo centrale dove incrociano i gommoni dei profughi.
“È una violazione dei diritti umani e delle leggi internazionali che obbligano allo sbarco dei naufraghi salvati nel porto più vicino e sicuro. Ritengo sia il modo per forzare l’ Europa a farsi carico delle persone a terra, dato che si scateneranno grosse lamentele da parte delle Ong” sentenzia Riccardo Gatti al comando del team della Proactive Arms sulla Golfo Azzurro.
Verrà introdotto a breve dalla Guardia Costiera italiana – con l’ approvazione della Commissione Europea – un nuovo codice di condotta che vieta il trasbordo dei migranti su altre navi, l’ira funesta delle Ong è già scattata. L’ipotesi iniziale di far traslocare le navi ai porti di Genova e Triste è stata, probabilmente, accantonata: il sindaco e imprenditore, Roberto Dipiazza, aveva sottolineato che portare i profughi dalle coste libiche fin lassù avrebbe comportato dei costi assurdi.
Marco Bertotto, il responsabile advocacy di Medici senza frontiere, dice che sarebbe una follia, un altro modo per rendere sempre più difficile il lavoro delle Ong, chiede di essere convocato dal ministro Minniti per stipulare un nuovo codice. Bertotto afferma che nei giorni del G7, quando i porti siciliani furono chiusi, le difficoltà per giungere solamente fino a Napoli furono notevoli, 700 persone a bordo, uno-due giorni di navigazione in più per andare e altrettanti per tornare.