Ha avuto un brutto e tragico epilogo l’esecuzione di una pena di morte nel carcere di McAlester, in Oklahoma. Clayton D. Lockett, condannato alla terribile sentenza, è morto invece dopo una lunga agonia, causata dalla rottura della vena mentre gli veniva somministrata la sostanza letale. Alla fine, l’uomo è deceduto per un attacco cardiaco, ma ha sofferto in maniera disumana. A causa di questo incidente, la direzione del carcere ha deciso di sospendere la seconda esecuzione, e di andare a fondo della questione cercando di capire cosa non ha funzionato nel passaggio della sostanza nel sangue, e cosa può aver causato la rottura della vena.
All’inizio la situazione era tranquilla, l’uomo era stato anestetizzato ed era ritenuto pronto per l’esecuzione, poiché dichiarato privo di sensi. Nel momento della prima somministrazione l’uomo ha cominciato a lamentarsi, e subito dopo agitava gambe e braccia. Ad un certo punto il condannato stava anche per alzarsi, provocando confusione generale e panico, tanto che i medici e gli addetti alla sicurezza hanno tirato la tenda posta davanti al vetro per non far vedere ai testimoni ciò che stava succedendo. Il povero Clayton D. Lockett emetteva lamenti di dolori e sofferenze indicibili, e i testimoni hanno inevitabilmente sentito il violento urlo dell’uomo colpito da un improvviso infarto.
Per questa ragione la seconda esecuzione si terrà non prima di 14 giorni di distanza, tempo necessario per consentire ai dirigenti del carcere di esaminare con attenzione cosa è andato storto. La morte del detenuto Clayton D. Lockett è stata la scintilla che ha aumentato le polemiche sull’uso della pena di morte che ancora vige su alcuni stati americani. La ricerca del mix letale, sempre più difficile da esportare per il divieto che hanno posto alcuni paesi europei e quasi in esaurimento, ha portato alla realizzazione di composti più leggeri e meno efficaci. Forse la sostanza iniettata al detenuto era una di queste. Per molti una soluzione non è l’abolizione della pena di morte, come sarebbe giusto dal punto di vista umano, bensì il ritorno alla sedia elettrica, che non prevede l’uso di farmaci e risolve il problema in pochi secondi.