Magherini morto dopo l’arresto, i familiari: Calci da immobilizzato

Firenze: il padre e il fratello di Riccardo Magherini, il giovane morto dopo l’arresto lo scorso 3 marzo, chiedono l’accusa di omicidio preterintenzionale per gli uomini dell’Arma e di omicidio colposo per i sanitari

Magherini morto dopo l’arresto, i familiari: Calci da immobilizzato

Era la notte del 3 marzo quando l’ex calciatore della Primavera della Fiorentina,Riccardo Magherinitrova la morte dopo aver incontrato sulla sua strada una pattuglia dei carabinieri. Varie testimonianze, immagini, video e una lunga serie di telefonate, mettono in cattiva luce l’operato degli uomini dell’arma coinvolti nella vicenda da cui uscì cadavere il giovane atleta. I legali della famiglia esibiscono un video nel quale si vede Riccardo fermo a terra e schiacciato da quattro carabinieri mentre gridava “Aiuto, non ammazzatemi, ho un figlio piccolo”. Nel frattempo la voce di un testimone inveiva contro i militari. Il corpo del ragazzo riportava ecchimosi ed escoriazioni su tutto il corpo. Scioccanti le immagini post-morte.

Intanto telefonate poco convincenti intercorsero tra i carabinieri e il personale del 118; la prima è della 1.21 del 3 marzo, in cui i militari che hanno immobilizzato Riccardo chiamano il 118 per un intervento, l’ultima è delle 2.12 ed è quella in cui il medico comunica che l’uomo è in arresto cardiaco. E’ proprio grazie alla lunga serie di telefonate che è ora possibile ricostruire l’accaduto. Nella prima telefonata un carabiniere riferisce di un fermato che sta completamente fuori di testa. L’ambulanza esce ma, non trova subito la strada giusta, cosi alla 1.31 i militari richiamano il 118 ripetendo l’invito. Alla 1.34 il personale dell’ambulanza, uscita senza medico a bordo, giunge sul posto ma richiama il suo centralino dicendo “l’uomo ha reagito in maniera violenta, gli sono addosso in due per tenerlo fermo e vogliono il medico”.

La versione degli uomini intervenuti contrasta con il video e le testimonianze raccolte. A quell’ora Riccardo era forse già inerte, forse già morto. Alla 1.44 giunge una seconda ambulanza e stavolta il medico a bordo c’era, ma accorso per sedare Magherini si trova a compiere un lungo massaggio cardiaco su di un corpo senza segni di vita. Così alle 2.12 l’ultima chiamata del medico al 118 per comunicare “il ragazzo che era stato immobilizzato dai carabinieri è in arresto cardiaco, sono per strada”. Dai fatti emersi risulta che il calciatore sia stato immobilizzato con un uso della forza abusato; avrebbe subito calci ai fianchi e all’addome nel momento in cui era già steso a terra.

La famiglia della vittima ora vuole giustizia: chiede l’accusa di omicidio preterintenzionale per i militari e di omicidio colposo per i sanitari intervenuti. Secondo loro e secondo i video acquisiti, nel lasso di tempo tra la prima ambulanza e la seconda ambulanza, Riccardo era già immobile, mentre i quattro militari lo tenevano ancora bloccato nella stessa posizione esercitando pressione sul dorso.

I primi sanitari intervenuti, in attesa dell’arrivo del medico, non avrebbero provveduto nemmeno a rimuovere Riccardo dalla sua posizione, addome scoperto appoggiato sull’asfalto freddo, ne tanto meno a liberarlo dalle manette per consentire una migliore respirazione. Secondo l’avvocato della famiglia, l’atteggiamento della Procura di Firenze è contraddittorio. Ci sarebbero curiose dichiarazioni che dimenticano che sulla vicenda ci sono molte testimonianze.

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