Bambino di sette anni in coma, a causa di un’otite curata con l’omeopatia

Il piccolo di Cagli, quindici giorni fa, aveva iniziato ad avere dolore alle orecchie. I genitori non si sono rivolti al pediatra curante, ma ad un medico omeopata.

Bambino di sette anni in coma, a causa di un’otite curata con l’omeopatia

Un bambino di sette anni lotta tra la vita e la morte a causa di una banale otite: batterio comunissimo che, in caso di febbre e dolore, un antibiotico avrebbe tranquillamente annientato in due giorni. Il bambino di sette anni di Cagli aveva iniziato 15 giorni fa ad avere dolore alle orecchie, ma i genitori – invece di rivolgersi al pediatra – hanno preferito sentire il parere del medico omeopata che seguiva il bimbo dalla sua nascita.

Tale medico ha prescritto per il bimbo metodi alternativi per combattere il ristagno del catarro nella cavità timpanica. Due giorni fa, il bambino ha incominciato a stare malissimo, e i genitori finalmente l’hanno portato all’ospedale di Urbino dove i medici, effettuando una tac, hanno appurato che il pus si era introdotto nel cervello: l’equilibrio neurologico del bambino era compromesso.

Il bambino è stato condotto d’urgenza all’ospedale Salesi di Ancona, per un intervento di rimozione del pus unito ad una terapia antibiotica fortissima. Disgraziatamente, i risultati attesi non sono giunti, e i medici hanno detto che rimaneva solo la speranza in un miracolo. Il quadro clinico del piccolo era pari a 3, dove 0 significa morte e 15 una buona condizione.

Il bambino è stato ricoverato troppo in ritardo: i genitori, per 15 giorni, hanno continuato a curargli l’otite con prodotti omeopatici, pur in presenza di forte febbre, e di abbandono sempre più importante delle forze. In passato, il bambino aveva avuto altre otiti che erano state curate con la medesima modalità, ed erano certi della bontà della cura, visto che dall’età di 3 anni il bambino non aveva mai preso antibiotici. Si sono fidati ciecamente del medico omeopata, non accorgendosi che – al secondo giorno di febbre – la situazione cominciava già ad aggravarsi.

Il pediatra curante del bambino, la dottoressa Rosera Falasconi, ha dichiarato: “Unicamente per dovere di correttezza, e per sgombrare il campo da equivoci, non ho certo prescritto io prodotti omeopatici ai miei pazienti, tantomeno al bambino. Non sono state mie scelte. Mi dispiace tantissimo e sono vicina ai genitori che ho sentito poco fa brevemente al telefono”. Lo stesso primario del pronto soccorso di Urbino, Filippo Mezzolani, ha detto: “è arrivato in ospedale alle 2 di notte in stato di semincoscienza. Abbiamo visto con una tac che la sofferenza neurologica era drammatica. Due ore dopo è stato trasferito ad Ancona per l’intervento”.

È stata inviata una segnalazione alla procura competente su come è stato curato il bambino dal medico omeopata. I medici della rianimazione del Salesi hanno aggiunto: “Per una, due o tre volte l’infezione all’ orecchio può essere sconfitta dalle difese del bambino che può espellere naturalmente il pus anche con la rottura del timpano. Ma questo non significa che vada sempre così. Il bambino non ha avuto altre patologie come la meningite. È stato aggredito da un’otite bilaterale, cioè ad entrambe le orecchie. Che andava fermata subito con un antibiotico comune“.

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