Il primo test del Dna aveva dato l’esito positivo, che quindi il bambino era proprio suo figlio e l’uomo si era assunto le proprie responsabilità. A distanza di tre anni viene ripetuto il test, dopo l’esito negativo che ne era risultato, l’uomo aveva abbandonato la compagna e il bambino. Sono passati 11 anni, la Corte d’Appello di Milano ha condannato l’ospedale di Como a risarcire con una somma di 50 mila euro il bambino abbandonato dal padre dopo il secondo test.
Ma andiamo per ordine: la vicenda ha inizio nel 2000 quando, all’ospedale Sant’Anna di Como viene fatto un test di Dna per accertare la paternità del bambino. Allora il laboratorio era guidato dal responsabile Riccardo Lingeri, che all’epoca aveva anche dichiarato che l’ospedale non disponeva di kit commerciali idonei. Ad un primo esaame, il test era stato positivo, ma passati tre anni e ripetuto il test, il risultato era stato l’esatto contrario. Anche allora si ipotizzò un errore di laboratorio, un errore però così grande che ebbe come conseguenza l’abbandono della famiglia da parte del padre, che cambiò profondamente la vita della mamma e del bambino,
Dopo 11 anni e una lotta aspra e dura da parte della mamma al laboratorio dell’ospedale che fece quelle analisi, la Corte d’Apello di Milano riconosce il grave errore commesso dall’ospedale di Como e lo condanna a risarcire 50 mila euro alla famiglia. Secondo la Corte, infatti, il laboratorio non rispettò le opportune raccomandazioni che avrebbe dovute essere prese in considerazione durante l’esame di paternità, assegna questo risarcimento come una cifra abbastanza cospicua per ripagare la mancanza del padre durante tutti questi anni.
Ma la mamma del bambino non è disposta a cedere. Il legale della donna ha fatto capire che ricorreranno in Cassazione per fare assegnare al bambino un risarcimento che tenga conto del dramma che ha vissuto per essere stato abbandonato dal padre. Una vicenda che purtroppo conferma come a volte siano i bambini a pagare le conseguenze degli errori degli adulti e di come anche i laboratori più seri e professionali possano commettere degli errori a discapito dei più deboli.