Eni ricomincia da Descalzi e Marcegaglia

Finisce l'era Scaroni dopo tre mandati consecutivi. Il manager al quirinale; diversi incontri con Renzi prima di accettare la carica, per lui diverse situazioni importanti da affrontare a partire dai rapporti con la Russia

Eni ricomincia da Descalzi e Marcegaglia

E’ Claudio Descalzi, il successore di Paolo Scaroni al ponte di comando dell’Eni. La successione arriva dopo ben tre mandati consecutivi per il manager che ieri sera, poco prima che le decisione del governo venissero ufficializzate, è salito al colle per incontrare Giorgio Napolitano. Un super tecnico Descalzi, laurea in fisica al politecnico di Milano, che ha iniziato la carriera nel 1981 proprio all’Eni. Lontanissimo dalla politica e molto apprezzato dal mercato, Descalzi è stato alla guida di quello che molti considerano il motore dell’azienda. A suo fianco a sorpresa arriva Emma Marcegaglia, imprenditrice di fama ed ex presidente di Confindustria, che siederà sulla poltrona di presidente lasciata libera da Giuseppe Recchi, candidato a diventare presidente di Telecom.

Due scelte di alto livello, per un gruppo con 79 mila dipendenti, presente in 90 paesi e 5 milioni di utile. Descalzi, milanese, sposato e con 4 figli, è considerato tra i massimi esperti di ingegneria petrolifera. Ha scoperto giacimenti in mezzo mondo, dall’Asia al Medio Oriente fino ad arrivare in Africa. A lui e al suo staff va il grande merito di aver scoperto i maxi pozzi di gas al largo della costa del Mozambico. Un giacimento tra i più importanti del mondo, con una capacità produttiva impressionante. Schivo e riservato non ha mai frequentato i salotti della politica romana, preferendo stringere rapporti con i presidenti o i capi di governo dei paesi in cui l’Eni è presente.

A fare il suo nome a Renzi, pare sia stato proprio l’uscente Scaroni quando ha capito che non c’era spazio per un’altro mandato. Secondo più fonti, il premier ha voluto conoscere Descalzi due settimane fa, con un primo incontro riservato a Londra. Quattro giorni fa c’è stato un nuovo faccia a faccia in un albergo a Milano. Nonostante sia il suo successore Descalzi è chiamato a innovare, rispetto alle scelte di Scaroni. Si parla soprattutto del “shale gas” che Barack Obama sta vendendo all’Europa. Comunque a sentire i suoi più stretti collaboratori non ci saranno strappi con Mosca, semmai un riequilibrio visto le tensioni in Ucraina. Sul tavolo del nuovo capo, finiranno anche le tensioni in Nigeria e Libia. E soprattutto quelle legate al giacimento di Kashagan, che fa fatica a decollare.

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