Non ha rispettato i limiti imposti dall’autorizzazione integrata ambientale e i suoi impianti devono essere adeguati alle tecnologie moderne. Per queste ragioni la procura di Savona, che da tempo indaga sulle emissioni della centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure, ha chiesto il sequestro dell’ impianto e ne ha ordinato lo spegnimento.
Sull’attività della struttura sono aperti due filoni d’inchiesta, una per disastro ambientale e una per omicidio colposo. Risultano indagati Giovanni Gosio ex direttore generale, dimessosi alcune settimane fa, e il direttore dello stabilimento Pasquale D’Elia.
Secondo la procura di Savona, i fumi della centrale sarebbero responsabili di 442 morti tra il 2000 e il 2007. Per il procuratore Francantonio Granero la centrale avrebbe causato anche tra i 1700 e 2000 ricoveri di adulti per malattie respiratorie e cardiovascolari e 450 bambini sarebbero stati ricoverati per patologie respiratorie e attacchi d’ asma tra il 2005 e il 2012. Tre settimane fa la procura aveva acquisito un verbale dell’ Ispra, istituto superiore per protezione e la ricerca ambientale, redatto durante una visita di routine.
L’azienda si è sempre difesa sostenendo che gli studi dei consulenti di parte hanno delle criticità. Ma per la procura non sono mai state sottoposte a una consulenza che non sia di parte, e non si comprende quale sia stato il metodo di esposizione agli inquinanti. Seconda l’azienda invece, nelle perizie dei consulenti della procura,mancherebbe anche lo studio della ricaduta a terra delle particelle inquinanti. Negli ultimi giorni ha parlato anche il ministro dell’ ambiente Gian Luca Galletti dicendo che già in passato i suoi predecessori avevano fatto delle osservazioni e chiesto adempimenti alla Tirreno Power.
I sindacati intanto si sono subito mossi chiedendo al prefetto di convocare al più presto un incontro con l’azienda, la regione, e i due comuni di Vado Ligure e Quiliano per capire meglio i contorni di questa vicenda e trovare una soluzione che consenta sia il mantenimento dei posti di lavoro sia il rispetto e la tutela dell’ambiente. Sono circa 700 i lavoratori interessati del sequestro.Sul tema sono intervenuti anche la Lega Ambiente e il Wwf dicendo che le centrali a carbone sono molto vecchie e comportano una emissione di anidride carbonica superiore a qualsiasi altro impoanto di più recente costruzione.