Taranto, bambino di 6 anni si salva fingendosi morto

Incredibile racconto di un bambino di 6 anni che rimane vivo alla strage di Taranto perché fa finta di essere morto. Vivo anche il fratellino, ma perdono la vita la madre, il compagno e un altro fratellino

Taranto, bambino di 6 anni si salva fingendosi morto

Il racconto del bambino sfuggito alla strage perché finge di essere morto è l’unica nota positiva di questa tragedia in cui invece hanno perso la vita altre tre persone, la madre, Carla Maria Fornari, il compagno Cosimo Orlando, e un altro fratellino, Domenico, che aveva solo due anni e mezzo. Sopravvissuto insieme al piccolo un altro fratellino di 7 anni, e chiedono entrambi di Domenico, il fratellino più piccolo, ma non sanno che già non c’è più. La strage è avvenuta alla periferia di Palagiano, dove alcuni killer hanno scatenato la loro ira assassina contro l’intera famiglia.

Le ipotesi al vaglio degli inquirenti si basano su una vendetta consumata nei confronti di Cosimo Orlando, che godeva di un periodo di semilibertà e doveva ancora scontare la pena per un duplice omicidio avvenuto nel 1998. Le indagini proseguono anche su altri fronti: si sospetta pure una ripresa del controllo sul traffico di droga da parte di Orlando subito punita dagli avversari, che non erano d’accordo sulle sue intenzioni di dirigere il clan. Un’altra pista battuta dagli  inquirenti porta anche alla madre dei bambini, che al processo aveva testimoniato contro gli assassini del marito, Domenico Petruzzelli, facendoli finire in carcere e condannare all’aergastolo. Un raid punitivo in entrambi i casi, che ha messo fine alle azioni dei due, coinvolgendo però tre anime innocenti come quelle dei loro bambini.

I due piccoli all’inizio non avevano neanche capito che la madre fosse morta, pensavano a uno svenimento, e non sono ancora al corrente che Domenico li ha lasciati. I colpi sparati all’interno della macchina dovevano colpire inevitabilmente anche il fratellino, visto che si trovava proprio davanti all’obiettivo dei killer, ed era impossibile scampare alla strage. Infatti, dei 13 colpi mirati alla guida, tre hanno colpito la testa di Domenico, lasciandolo esanime e senza possibilità di sopravvivenza, mentre il piccolo scampato alla tragedia ha fatto finta di essere morto e per fortuna i sicari non l’hanno scoperto. Un colpo di fortuna o di capacità del bambino di capire la gravità della situazione? Il racconto fatto alla zia è straziante, e sicuramente anche da adulto difficilmente dimenticherà il terrore vissuto in questa parte della sua vita, in cui ha perso le persone più care.

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