Il 6 settembre del 2008, un clochard che viveva alla Stazione Centrale di Milano veniva portato via, in ambulanza, dagli uffici della Polfer della stazione meneghina. Il rapporto stilato dagli agenti Polfer D’Aguanno e Romitaggio parlava di un malore improvviso che aveva colpito l’uomo causandone la morte.
Se il pm di turno non avesse richiesto l’autopsia, la morte di Giuseppe Turrisi sarebbe passata per una fatalità e nessuno avrebbe saputo la verità: l’uomo, all’epoca 58enne, fu picchiato dai due agenti e, tra i tanti colpi subiti, gli fu fatale un calcio sul costato sferrato con gli anfibi di ordinanza. Quel violento calcio gli causò la rottura della milza ed un’emorragia interna che lo portò al decesso.
I due agenti furono processati: il primo grado di giudizio stabilì che l’autore del pestaggio era stato Emiliano D’Aguanno, che fu condannato a 10 anni, mentre a Domenico Romitaggio fu addebitata solo la falsificazione del verbale; il secondo grado di giudizio stabilì che entrambi gli agenti erano colpevoli per l’omicidio di Turrisi e li condannò a 12 anni, sentenza confermata, poi, nell’ ottobre del 2014, dalla Cassazione che ridusse la pena ad 11 anni e 4 mesi di reclusione.
Il giorno dopo la condanna definitiva Domenico Romitaggio si consegnò alle autorità per scontare la pena mentre il suo collega, Emiliano D’Aguanno, fuggì in sud America rendendosi latitante. D’Aguanno prese un aereo per Buenos Aires con scalo a Madrid, e da lì andò in pullman prima in Ecuador e poi in Colombia.
A Bogotá, la capitale colombiana, si era creato una nuova vita: viveva in un monolocale in centro, si manteneva facendo l’insegnante di italiano, e si era iscritto all’ Università. A tradirlo è stata la sua passione per il calcio: D’Aguanno aveva chiesto ed ottenuto di essere tesserato nella Cun, la squadra di calcio dell’Università di Bogotá, e la sua scheda, caricata in rete, ha permesso alla squadra mobile di Milano di trovarlo.
D’aguanno è stato arrestato proprio mentre si recava ad una partita della Cun dai suoi ex colleghi della Polizia di Milano in collaborazione con l’Interpol. Il dirigente della Squadra Mobile di Milano, Lorenzo Bucossi, ha dichiarato quanto fosse importante che ad effettuare l’arresto fossero gli agenti della Polizia di Milano, infangata dall’operato di D’Aguanno e Romitaggio.
Al momento dell’arresto, Emiliano D’Aguanno, che ora ha 35 anni, era sorpreso ma non ha opposto resistenza. Più magro rispetto ad 8 anni fa, capelli sempre lunghi ma racchiusi in un codino, l’ex agente della Polfer è stato portato in un carcere colombiano in attesa dell’estradizione in Italia.