La Grande Muraglia cinese è senz’altro uno dei monumenti più conosciuti in tutto il pianeta, e può vantare una storia assolutamente straordinaria. Le radici della sua erezione affondano infatti nel lontano 215 a.C., e venne continuamente rimodernizzata e rinforzata nel corso delle varie epoche per fronteggiare dapprima le offensive dei regni rivali, quindi le invasioni di popoli stranieri (in particolare dei temibili mongoli).
La sua importanza per la Cina – così come per il mondo intero – è pressoché inestimabile e per questo è stata inserita nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dall’UNESCO (1987) finendo addirittura col venire annoverata come una delle sette meraviglie del mondo (2007).
Va da sé che per i cinesi la Grande Muraglia abbia un valore capitale, una valenza quasi mistica, a metà tra lo storico ed il leggendario. Tant’è che quando sono state diffuse tramite Weibo (il “Facebook cinese”) fotografie ritraenti il monumento letteralmente coperto da colate di cemento, l’indignazione generale della popolazione è divampata come un incedio.
La colpa sarebbe da attribuirsi all’amministrazione della contea di Xiaohekou, la quale avrebbe eseguito dei lavori di ripavimentazione senza però tenere conto dei cosiddetti “criteri estetici” durante la manutenzione, e finendo così con lo sfregiare il tratto della Grande Muraglia facente parte del proprio settore di competenza (circa 8 chilometri, a fronte di una lunghezza complessiva di 8.851 chilometri) con asfissianti ondate di grigio cemento.
I vertici della contea hanno risposto alle accuse sostenendo che la Grande Muraglia non sia stata messa in pericolo, ribadendo di avere osservato tutte le norme di sicurezza richieste per la manutenzione. Eppure, stando alle fonti locali, alcuni membri dell’amministrazione avrebbero ammesso che sia stato fatto un pessimo lavoro. Cosa che, già ad una prima occhiata, non è difficile da comprendere anche a chi è digiuno di competenze edilizie.