Una furibonda lite in casa Lo Russo, uno dei clan più potenti dell’area metropolitana di Napoli, provoca un morto, due feriti e una clamorosa caccia all’uomo. Accade tutto nella tarda nottata di sabato scorso, con una combinazione di eventi da cinema thriller che ha inizio poco prima della mezzanotte e si conclude solo all’alba del giorno dopo. Notte di sangue a Napoli, che fa registrare un omicidio, due feriti gravi e un’auto rapinata da parte del boss per riuscire a seminare i suoi aggressori.
I fatti sono avvenuti tra Capodimonte e Miano, roccaforte storica del clan Lo Russo, i cosiddetti “capitoni” della camorra: sono le 23;45, quando i killer uccidono il 33enne Domenico Raffone, genero del boss Mario Lo Russo (57 anni), che viene a sua volta ferito alla schiena e che riesce a raggiungere da solo l’ospedale Cardarelli di Napoli. Un agguato consumato in viale Colli Aminei, che rappresenta lo sviluppo di una lite scoppiata all’interno del clan familiare retto al momento da Mario Lo Russo, pregiudicato per associazione camorristica, da qualche tempo sorvegliato speciale ma molto preciso a rispettare gli orari imposti dal giudice.
La sera dei fatti Mario Lo Russo era alla guida di una panda nuovissima e veniva scortato dal genero che lo seguiva con uno scooter; la panda era stata rapinata al proprietario in via Rocco Marco di Torrepadula intorno alle 23 da due uomini in sella a uno scooter (Lo Russo e Raffone). Piano piano vengono ricostruiti dagli inquirenti tutti i tasselli di quella notte: possibile che Lo Russo e Raffone abbiano rapinato l’auto per organizzare una fuga dalla zona, dopo un litigio avvenuto all’interno dello stesso gruppo criminale; probabile che i due siano stati intercettati proprio mentre provavano a lasciare la zona.
E’ così che si arriva alla resa dei conti, in un parco privato di Capodimonte, non c’è scampo per il 33enne, crivellato di colpi e disarcionato dalla moto; Lo Russo invece viene ferito alla schiena ma riesce a scappare, come accertato anche dai colpi che hanno perforato la Panda proprio all’altezza della portiera del guidatore. Ma non è finita; infatti, alle 4 di mattina, viene ferito l’incensurato Giovanni Lista, colpito alle spalle con colpi di coltello. E’ accaduto in via Ianfolla, sempre a Miano, a pochi metri dall’abitazione di Lo Russo. Lista era stato contattato via citofono, da qualcuno intenzionato a chiudere il cerchio, a scatenare una violenta vendetta contro i responsabili per l’omicidio del genero di Lo Russo.
Non è difficile stabilire come siano andate le cose: qualcuno ha fatto scendere in strada un incensurato e gli ha chiesto informazioni su come siano andate le cose per ricavare informazioni utili per risalire ai responsabili dell’agguato. Un episodio che fa pensare e che potrebbe essere solo l’inizio di una caccia all’uomo ancora attiva, nel tentativo di vendicare la morte di Raffone e il ferimento del boss. Le indagini sono partite da parte della Dda di Napoli, nel tentativo di stabilire cosa sia realmente accaduto quella notte e per impedire nuovi spargimenti di sangue.