Arabia Saudita, uomo afferma: "Dio non esiste". 10 anni di carcere e 2.000 frustate

In Arabia Saudita un uomo è stato condannato ad una pena atroce per essersi professato ateo: una legge del Paese arabo ha infatti equiparato l'ateismo ad un "atto di terrorismo", imponendo pene tremende per i non religiosi.

Arabia Saudita, uomo afferma: "Dio non esiste". 10 anni di carcere e 2.000 frustate

In Arabia Saudita è risaputo che il regime teocratico estremista abbia applicato un robusto giro di vite nei confronti di coloro che si professano atei, a tal punto da avere addirittura indetto nel 2015 un bando per l’assunzione di nuovi boia, in quanto le condanne capitali da eseguire erano talmente tante che il “braccio armato del clero” non disponeva di forze numeriche sufficienti per eseguirle tutte entro le tempistiche prestabilite.

Proprio a causa del crescente fondamentalismo che sta interessando le istituzioni politiche, stiamo assistendo negli ultimi anni ad uno straordinario inasprimento delle pene nei confronti di chi critica pubblicamente la religione, tant’è che una legge approvata due anni fa consente di considerare addirittura l’ateismo al pari di un atto di terrorismo in sede processuale.

Dichiararsi non credente in Arabia Saudita sembra insomma una scelta molto poco intelligente da compiere, ma in realtà non sono pochi coloro che, per protestare contro questo clima di “caccia alle streghe”, manifestano quotidianamente il proprio dissenso. Purtroppo però, la maggior parte di questi attivisti non fa una bella fine.

L’ultimo martire della lotta per la libertà di pensiero nel Paese del Golfo – in ordine di condanna – è un 28enne le cui disavventure sono state raccontate dal quotidiano britannico Daily Mail. L’uomo, del quale non si conosce il nome, aveva scritto oltre 600 tweets nei quali professava il proprio ateismo.

Ma quando la polizia religiosa è venuta a conoscenza di quei messaggi – che in Arabia Saudita costituiscono grottescamente uno dei peggiori reati che un cittadino possa compiere – l’impavido attivista è stato condannato a 10 anni di carcere ed a ricevere la bellezza di 2.000 frustate. Una pena atroce, il tutto per avere affermato che “Dio non esiste” e che il Corano sia un libro menzognero su Twitter.

Nella fattispecie, l‘art. 1 delle nuove leggi sull’ateismo definisce “atto terroristico” il “promuovere pensieri atei in ogni forma, o mettere in dubbio le fondamenta della religione islamica sulla quale si basa questo Paese“.

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