Rivolta nel carcere minorile: "Situazione grave, è l’università del crimine"

Una rivolta nel carcere minorile di Airola (Benevento) ha riacceso le polemiche sulle contraddizioni più assurde dei centri di detenzione per minori. La causa dei disordini è stata la mancanza di sigarette.

Rivolta nel carcere minorile: "Situazione grave, è l’università del crimine"

Il carcere minorile di Airola, in provincia di Benevento, è stato interessanto da una fortissima rivolta ufficialmente causata dalla carenza di sigarette all’interno della struttura. La tensione è esplosa nel pomeriggio di ieri, quando alcuni detenuti – contrariati sembrerebbe proprio dal fatto di non poter fumare – hanno deciso di mettere a ferro e fuoco la prigione.

Eppure c’è chi giura che dietro la rivolta nel carcere per minori si nasconda in realtà una motivazione molto meno tranquillizzante: l’ipotesi è infatti che i disordini siano stati causati allo scopo di regolare i conti fra alcuni boss del penitenziario, giovanissimi carcerati già ben integrati nell’organigramma criminale locale.

Tre agenti della polizia penitenziaria sono rimasti feriti durante i violenti scontri che sono seguiti, tant’è che per riuscire a sedare la rivolta e riportare il senno tra i riottosi è stato necessario l’intervento di 30 poliziotti, i quali sono riusciti ad avere ragione dei giovani detenuti solo dopo diverse ore di lotta.

Giuseppe Centomani, dirigente del Centro giustizia minorile della Campania, ha poi reso noto che non è la prima volta che il carcere di Airola sale alle cronache per episodi di violenza, tuttavia una rivolta di queste proporzioni non aveva mai avuto precedenti fino a ieri.

Tra i 37 giovani criminali che hanno partecipato al caos vi sarebbero anche i sei ragazzi che, solamente lo scorso giugno, incontrarono Papa Francesco donandogli un crocifisso ed altri oggetti realizzati da solo. Il segretario generale del SAPPE Donato Capece ha affermato che la rivolta di Airola sia stata una “manifestazione di forza da parte di clan della criminalità organizzata“.

Lo stesso Capece ha successivamente spiegato che i problemi principali sarebbero l’impunità e la possibilità di rimanere in carcere minorile fino a 25 anni: “I soggetti fascinorosi dovrebbero essere trasferiti, ma questo non accade. Il regolamento consente la presenza di ultra21enni, ma questi sono piccoli boss che portano avanti una lotta per la supremazia. L’ennesima dimostrazione che il carcere è una università del crimine“.

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