Danneggiato da pettegolezzi online, verrà risarcito con 115000 dollari

Conduceva una tranquilla vita da nonnino in Australia quando è rimasto vittima di accuse infondate che gli hanno distrutto la vita: per fortuna, il 74 enne Kenneth Rothe ha dimostrato le sue ragioni e verrà risarcito con 115 mila dollari.

Danneggiato da pettegolezzi online, verrà risarcito con 115000 dollari

Per chissà quale strana consapevolezza, è passato l’assunto che – in Rete – si possa far di tutto senza pagarne le dovute conseguenze e senza assumersi le necessarie responsabilità. Invece, delle accuse infondate e gratuite possono rovinare una vita e costare molto caro a chi le ha diffuse senza prova alcuna: eccone un esempio di cronaca che proviene dalla lontana Australia.

L’episodio in questione è accaduto nel lontano Galles del Sud, uno Stato dell’Australia affacciato alla costa: quivi, e precisamente a Nambucca Heads, il 74 enne Kenneth Rothe possedeva un appartamento e gestiva due motel vista mare (Nirvana Village e Blue Dolphin) assieme alla moglie. Intanto, come ogni normale nonno, si prendeva cura dei suoi nipotini.

Eppure, nonostante questa vita cristallina, ad un certo pubnto (era il Marzo del 2014), l’elettricista David Scott ha preso ad accusare Rothe di aver concesso a dei pedofili l’utilizzo dei suoi motel e del suo appartamento: il pericolo maggiore, sosteneva l’uomo, consisteva nel fatto che le fermate del bus – ove salivano i bambini – erano poste proprio davanti ai luoghi “incriminati”.

A partire da quel momento, l’accusa in questione ha iniziato a fare il giro delle Rete e dei siti web locali ed il povero Rothe ha iniziato a ricevere telefonate anonime con richieste sessuali e con minacce di morte: addirittura, ha subito un pestaggio che lo ha portato ad esser ricoverato in ospedale. E non solo: la famiglia di Rothe, spaventata e perplessa per gli eventi accaduti, si è trasferita in un altro Stato e il 74 enne australiano si è progressivamente allontanato dal suo business, ormai finito in rovina. Insomma, una débâcle completa su tutti i fronti.

Di fronte a tutto ciò, Scott ha rifiutato di ritrattare le accuse nonostante che Rothe avesse spiegato chiaramente che, a volte, aveva accettato persone che fuggivano da situazioni familiari difficili ma che mai aveva stretto accordi per ospitare ex detenuti o persone colpevoli del reato di pedofilia.

Alla fine, com’era inevitabile che fosse, si è finiti in tribunale e, in questo contesto, il giudice Judith Gibson ha condannato Scott ad un risarcimento record di 115.000 dollari con la motivazione che Rothe era un membro rispettabile della sua comunità e che le accuse fattegli (foriere di una rovina materiale e psicologica) erano del tutto infondate e messe in campo da chi, facendosi forte dell’anonimato in rete, ne aveva approfittato per porsi come crociato dell’informazione e paladinonon richiestodella morale

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