Un ragazzino autistico è stato insultato e deriso dall’autista di un bus, per il solo fatto di averlo “disturbato” per chiedergli alcune indicazioni. Il fatto è accaduto a Leigh (Greater Manchester, Inghilterra) e non ha mancato di scatenare una feroce polemica da parte dei genitori del giovane, subito spalleggiati dalle associazioni per la lotta all’autismo.
A denunciare l’episodio è stata la madre del ragazzino, Liz Dixon (36), la quale ha spiegato che tutto è partito dalla richiesta fatta all’autista da suo figlio Liam (11) di spiegazioni riguardo all’ubicazione esatta della fermata. “Liam ha detto che quando ha chiesto a quell’uomo dove fosse la fermata, lui gli ha riso in faccia rispondendogli ‘alla fermata’“.
“Questo credo abbia disorientato molto mio figlio, e l’autista ha continuato a ridergli in faccia chiamandolo ritardato“. Liz era sull’autobus insieme a Liam e a due suoi nipotini quando l’episodio è avvenuto, ed ha spiegato di avere mantenuto la calma, andando dall’autista dell’autobus per guardarlo in faccia e chiedergli se davvero aveva avuto il coraggio di chiamare suo figlio “ritardato” perché non aveva compreso l’infelice battuta.
“A quel punto lui mi ha riso in faccia e mi ha risposto ‘Sì, certo che l’ho fatto’. Gli ho chiesto cosa gli desse il diritto di dire cose del genere ad un ragazzino, ma sembrava che non gliene fregasse davvero nulla” ha spiegato con amarezza la donna.
La First Manchester, azienda responsabile del servizio di trasporto pubblico, ha subito aperto un’inchiesta sull’accaduto dopo la denuncia della madre, e le registrazioni delle telecamere a circuito chiuso presenti sul mezzo di trasporto stanno venendo esaminate per ricostruire esattamente l’accaduto.
Nel frattempo l’Operations Manager Hardik Modha ha commentato la vicenda spiegando che: “Questo tipo di linguaggio è completamente inaccettabile per me e per il team della First Manchester. Ho già parlato con la signora Dixon, esprimendole le mie le mie preoccupazioni e rassicurandola sul fatto che un indagine è già stata lanciata per fare chiarezza“.
“Non è una bella parola, ed è frustrante che sia stata usata con questa leggerezza, soprattutto nei confronti di una ragazzino affetto da autismo come mio figlio. Non posso credere che qualcuno possa davvero rivolgersi ad un bambino in quel modo” ha poi concluso Liz Dixon.