La crisi colpisce ancora una volta la manifattura italiana che è il settore più importante ed apprezzato a livello mondiale. Questa volta è toccato al settore del tabacco greggio che vede l’Italia leader in Europa con oltre un quarto della produzione complessiva, ma ha registrato una diminuzione del 50% in produzione e vendita negli ultimi 4 anni ed è l’unico settore agricolo escluso da qualsiasi tipo di sostegno specifico.
Le cause sono molteplici: la crisi economica ha portato alla mancanza di denaro da parte delle famiglie italiane che non hanno più avuto la possibilità di permettersi dei vizi come quello di fumare e ha costretto molte di esse a prendere delle decisioni riguardo alla loro salute, decisioni che alla fine si sono rivelate più che sagge perché smettere di fumare, o almeno tentare con l’uso delle sigarette elettroniche che regalano lo stesso piacere ma sono meno dannose (anche se dovrebbero essere fatti degli studi più approfonditi), pare sia l’unica soluzione per combattere lo spreco di soldi.
Ma ad aggravare la situazione ci sono sicuramente anche l’incremento delle accise sui tabacchi che ha portato alle stelle il prezzo delle sigarette e il contrabbando, fenomeno diffuso specialmente nel Sud Italia, che hanno diminuito il gettito fiscale derivante appunto da questo settore.
Per evitare un declino irreparabile, le organizzazioni della filiera hanno richiesto in un’audizione alla Camera dei Deputati un aumento delle disponibilità per il settore nel 2014 sulla base del fatto che dal 2015 quello del tabacco sarà l’unico settore che non potrà accedere agli aiuti cosiddetti accoppiati, ovvero un valore monetario fisso collegato ad un ammontare in ettari (di solito uno, ma sono diversi i casi in cui si prende in considerazione anche una parte frazionaria di ettaro).
Oriano Gioglio, presidente dell’UNITAB (Unione Italiana Tabacco) di Roma, afferma che gli aiuti sono stati piuttosto esigui negli ultimi anni nonostante la richiesta dell’aumento delle risorse visto che dall’anno prossimo il sostegno si trasforma in disaccoppiato. La filiera italiana del tabacco chiede inoltre alla Commissione Agricoltura e al nuovo ministro che vengano ripresi immediatamente i contatti con le manifatture internazionali operanti in Italia e che venga dato avvio ai lavori del gruppo annunciati a settembre scorso, ma il Ministero continua a ritardare inspiegabilmente su questi aspetti.