Pompei: ancora un crollo, a rischio altri siti dell’area archeologica

Cede il muro di una bottega all'interno dell'area archeologica di Pompei. Sembra che a provocarne il cedimento sia stata la pioggia che ha indebolito la struttura già compromessa. Il ministro Franceschini convoca urgentemente una riunione

Pompei: ancora un crollo, a rischio altri siti dell’area archeologica

Crolla un altro pezzo della città vesuviana e stavolta è il turno di un muro di due metri facente parte di una bottega che era già stata chiusa alle visite dei turisti perché debole. L’altra settimana era stata la volta di alcune parti del Tempio di Venere e il muro di una tomba della necropoli di Porta Nocera. I cedimenti sono dovuti in parte alle forti pioggie, ma è anche vero che l’area archeologica è stata poco attenzionata negli ultimi tempi. Le misure straordinarie che dovevano essere messe in atto dopo il crollo dello scorso dicembre proprio durante gli scavi vicino la bottega che si affaccia su via Nola non sono state applicate e l’area risulta in totale abbandono.

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Lo scorso dicembre era stato nominato Giovanni Nistri come direttore generale che, attraverso le pressioni di sindacati e archeologi che si interessano alla questione, doveva accelerare lo stanziamento dei  105 milioni di euro previsti dal fondo europeo per la manutenzione dei beni culturali del paese. Poco o nulla si è visto ad oggi e gli esperti del settore, all’ennesimo crollo, sono sul piede di guerra per mettere in sicurezza l’area archeologica e far partire i cantieri di restauro. L’attività del direttore e dei viceministri doveva essere quella di lavorare in concomitanza con associazioni ed enti locali per far diventare l’area di Pompei il sito archeologico più famoso e visitato al mondo, cosa che realmente merita vista la sua storicità.

I nuovi crolli hanno un po’ sconvolto la situazione, causando malcontento e dissensi tra archeologi ed esperti, che hanno a cuore la manutenzione della zona e sostengono che non sono stati messi in atto gli inteventi dovuti, anzi il ritardo causerà altri danni forse anche irreparabili. Il ministro Dario Franceschini ha immediatamente convocato una riunione per fare il punto della situazione, verificare la quantità dei danni e l’effettiva causa del crollo. La riunione avrà luogo in marzo, proprio nella sede del Mibac, e saranno presenti Nistri e Malnati, quest’ultimo vicedirettore. Nel corso della riunione l’attenzione sarà rivolta non solo ai crolli e alle loro cause, ma anche e soprattutto alla situazione reale del Grande Progetto Pompei, per avere un quadro completo dei lavori e delle misure da intrprendere per accelerare i restauri delle altre parti cadenti. Bisogna infatti fare in fretta, se si vuole salvare uno dei patrimoni culturali più importanti d’Italia.

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