Un uomo affetto dal morbo di Parkinson inizierà un percorso lungo oltre 500 chilometri, da Altoetting (Germania) fino alla basilica di Sant’Antonio a Padova, per ringraziare quello che lui definisce il suo “santo protettore“. Tony Seidl, il protagonista di questa storia, era il leader della divisione telecomunicazioni di un’azienda tedesca, e fino ai 38 anni la sua vita – privata e lavorativa – procedeva meravigliosamente bene.
Tony si era sposato da poco, era subito diventato padre ed il reparto da lui diretto andava a gonfie vele. Ma il sogno di una carriera sfavillante e di un matrimonio felice si infranse improvvisamente, quando i medici gli diagnosticarono il morbo di Parkinson.
“La diagnosi fu uno shock, mi stravolse la vita – ha affermato il 48enne – Pensavo che si fossero sbagliati, che il Parkinson colpisse solo gli anziani“. Purtroppo però, non era così: Tony Seidl fu infatti vittima di uno di quei rari casi di anomalie epidemiologiche comunemente noti come “Parkinson precoce”.
Ed il decorso della patologia, nel suo caso, fu particolarmente aggressivo: “All’inizio avevo bisogno soltanto di un bastone per camminare, ma dopo poco tempo il bastone è diventato un girello, e sono finito in sedia a rotelle per percorrere distanze superiori a 50 metri“. Ma Tony non ha perso le speranze, e quando ha saputo degli straordinari risultati ottenuti con la stimolazione cerebrale profonda, ha subito voluto iniziare la terapia.
Ora, a due anni dal provvidenziale intervento che gli ha permesso di tornare a condurre una vita attiva, il 48enne intende mantenere una promessa fatta a suo tempo prima di sottoporsi alla stimolazione cerebrale: “Se l’intervento darà esito positivo, attraverserò le Alpi per andare a trovare il mio santo protettore: Sant’Antonio da Padova“.
Tony Seidl partirà il prossimo 7 maggio a bordo della bicicletta appositamente studiata per lui e, dal suo paese di residenza situato nel cuore della Baviera, attraverserà Salisburgo, valicando il passo Alpe-Adria e lasciandosi alle spalle Udine e Mestre, per raggiungere la meta del suo pellegrinaggio. Qui non visiterà solamente la basilica, ma incontrerà anche associazioni di pazienti e medici specializzati nella cura del morbo di Parkinson per condividere la sua esperienza.