La tortura alla quale venne sottoposto Giulio Regeni ha raggiunto ormai il livello di un conflitto diplomatico: rapporti interrotti tra Roma e Il Cairo fino a quando non verrà fatta luce sulla atroce morte dello studente italiano.
L’Italia ha richiamato l’ambasciatore in Egitto, Maurizio Massari, per consultazioni, in seguito al fatto che il gruppo di investigatori egiziani arrivati a Roma per dare un valido contributo alle indagini, non ha prodotto altro che un dossier di venti misere pagine scritte in arabo inutili per risoluzione del caso di omicidio.
In un comunicato, il procuratore Giuseppe Pignatone ha assicurato che l’Egitto non ha presentato il resoconto delle chiamate telefoniche nè le testimonianze dei cittadini egiziani che erano vicini a Regeni, documentazione esplicitamente richiesta da Roma.
L’Italia aveva creduto che l’incontro di due giorni, iniziato giovedì, potesse essere il momento chiave per chiarire il caso, ma purtroppo si è rivelato un totale fracasso. Per questo l’Italia ha annunciato l’interruzione della collaborazione con l’Egitto e dal Ministero degli Esterni è stato richiamato l’ambasciatore italiano in Egitto, al fine di valutare con urgenza i successivi passi più opportuni da compiere per “rilanciare l’impegno di scoprire la verità sul barbaro assassinio di Giulio Regeni“.
“Abbiamo preso un impegno con la famiglia di Giulio Regeni e non ci fermeremo fino a quando non scopriremo la verità”, ha dichiarato durante una conferenza stampa il primo ministro, Matteo Renzi. Una decisione accolta con soddisfazione dalla famiglia del giovane studente; i genitori, infatti, durante un intervista con il quotidiano La Repubblica, hanno affermato di essere certi di non essere soli nella tragedia che li ha colpiti e del fatto che le istituzioni stiano combattendo questa battaglia al loro fianco.
L’Italia è uno dei principali soci commerciali dell’Egitto, ma ora le loro relazioni sono seriamente messe in discussione e minacciate a causa della morte dello studente italiano di 28 anni che si trovava a Il Cairo per elaborare una tesi sul movimento sindacale egiziano.