Già in occasione della predica del giorno di Pasqua, il Papa aveva accennato ai conflitti che insanguinano il mondo riferendosi, in particolare, alla guerra civile in Ucraina che, dopo aver suscitato l’attenzione dei media, al suo scoppiare violento, ormai non suscita più interesse ed è caduta nel dimenticatoio.
Eppure, ha ricordato il Papa, milioni di persone vivono in gravissime ristrettezze e soffrono quotidianamente i disagi e le sofferenze di una popolazione in stato di guerra.
Per questo motivo il Papa ha organizzato, in data 24 aprile, una giornata di aiuti internazionali per queste popolazioni così duramente provate. La colletta servirà ad aiutare tutti, sia cristiani che ortodossi, in quanto di fronte alle sofferenze e ai patimenti della guerra esistono solo persone e non etnie o differenze religiose tra gli uomini.
Le principali necessità della popolazione ucraina sono soprattutto in campo medico e sanitario; mancano i medicinali di prima necessità e spesso negli ospedali si opera senza alcuna anestesia. Soprattutto penalizzate sono le fasce più deboli della società, gli anziani, le donne e i bambini. Colpisce, in special modo, la difficile situazione delle partorienti e dei bambini, molti dei quali, rimasti orfani durante il conflitto, non hanno chi si occupi di loro e vedono messa a rischio la loro stessa esistenza.
Si calcola che siano 500 mila le persone che hanno urgente necessità di cibo e che circa 2 milioni di individui manchino delle più elementari necessità. C’è anche il pericolo della diffusione di epidemie: AIDS e tubercolosi sono le minacce sanitarie che più incombono sulla popolazione. Per un milione e 300 mila persone l’accesso all’acqua potabile è continuamente a rischio mentre gas ed energia elettrica sono saltuariamente erogati e non soddisfano neppure una minima parte dei bisogni della comunità.
Moltissimi profughi hanno trovato rifugio nelle regioni dell’Ucraina al di fuori delle aree colpite, contribuendo a determinare una situazione di precarietà anche in quei territori finora rimasti al di fuori del conflitto. Tutti questi motivi hanno spinto il Papa a prendere l’iniziativa della colletta europea.