“Sono islamici, non italiani“. Questo il commento a caldo di Matteo Salvini in seguito alla bocciatura della legge anti-moschee in Lombardia, il provvedimento che avrebbe dovuto regolamentare l’erezione di ulteriori luoghi di culto islamico all’interno del territorio regionale.
La discriminatoria era stata promossa da alcuni esponenti di Destra, nel tentativo di preservare “l’identità culturale lombarda” dalle aggressioni della cultura islamica, a dire dei promotori dell’iniziativa sempre più radicata e dilagante in Italia.
Ma il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e la stessa Curia lombarda si erano espressi negativamente riguardo alla possibilità di far passare la legge anti-moschee, considerandola incostituzionale. Dello stesso avviso era anche l’Anci, così come numerose istituzioni di Centrosinistra. Tant’è che alla fine, il provvedimento è stato bocciato.
Il rigetto della discriminatoria ha però provocato le ire di Lega Nord, il partito che più di tutti sosteneva l’esigenza di “controllare il contagio islamico” in Italia. Matteo Salvini, leader del Carroccio, si è infatti espresso con estrema durezza a riguardo: “La Consulta è islamica, non italiana. E’ complice dell’immigrazione clandestina“.
Se per Salvini quanto accaduto è una “vergogna“, testualmente, anche Roberto Maroni non ha certo risparmiato critiche alla decisione della Consulta regionale: “La Consulta ha bocciato la nostra legge che regolamentava la costruzione di nuove moschee. La sinistra esulta: Allah Akbar“, si può leggere in un suo tweet.
La Lega non si è però dichiarata sconfitta, affermando che continuerà la sua battaglia per una nuova legge anti-moschee. E’ stato lo stesso capogruppo del partito per la Regione Lombardia, Massimiliano Romeo, a chiarirlo: “Siamo di fronte alla resa dello Stato italiano di fronte all’Islam. Ma noi non ci arrendiamo: Milano non diventerà mai un’enclave del Califfato“.