E’ ripresa ieri, alle 16.30, la discussione a Palazzo Madama, sul ddl 2081, il cosiddetto ddl Cirinnà, dal nome della senatrice prima firmataria.
Ad essere votate erano le questioni pregiudiziali di costituzionalità e quelle sospensive, presentate il 28 gennaio scorso da alcuni parlamentari. Entrambi strumenti utili per bloccare la discussione su un determinato argomento: il primo utile a bloccare la discussione per motivazioni costituzionali o di merito; il secondo invece serve a sospendere la discussione fino ad una determinata data. In totale sono 3 le sospensive ed 8 le pregiudiziali di costituzionalità che bisognava votare prima di avviare la discussione generale. Respinte sospensive e pregiudiziali dal Senato, è cominciata la discussione generale sul ddl.
Il Senato italiano sarà impegnato in 21 ore di interventi suddivise per circa 110 senatori prenotati; si ipotizza che la discussione potrebbe andare avanti per tutta la settimana. La prima a parlare è stata proprio Monica Cirinnà che ha detto: “Ho vissuto sulla mia pelle gli effetti di un dibattito avvelenato. La frase che ritengo più falsa è che stiamo introducendo il matrimonio e le adozioni gay”, mentre riguardo la stepchild adoption spiega:”si sono agitati i fantasmi più spaventosi. La legge 40, quasi interamente riscritta dalla Consulta, vieta e punisce espressamente la pratica della gestazione per altri. Questo divieto è in vigore, resterà in vigore e in nessun modo il testo di cui discutiamo oggi interferisce con tale divieto“.
Il punto fondamentale, secondo la senatrice, è che il ddl non lascia spazio a discriminazioni tra figli basate sulla cornice giuridica del rapporto tra i loro genitori e, ovviamente, abolisce definitivamente la discriminazione tra eterosessuali ed omosessuali in relazione alla loro capacità di essere genitori.
Nel frattempo Angelino Alfano propone, per la seconda volta, di approvare la legge a patto che sia eliminato in toto l’articolo riguardante la stepchild. Per il momento, il Partito Democratico rifiuta ogni modifica alla legge. Ma sono ben 6000 gli emendamenti presentati e che andranno discussi, di cui 5000 presentati solo dalla Lega Nord, studiati ad hoc per fare ostruzioniso, 300 da Forza Italia e 60 dal Partito Democratico. Ma la scorsa settimana si è arrivati ad un accordo: la Lega ritirerà circa 4500 emendamenti, mentre il PD ritirerà l’emendamento canguro dell’articolo 1. Di fondamentale importanza potrebbe risultare il voto segreto che ancora non si sa se e su quale questione entrarà in gioco.
Il Senato riprenderà la discussione stamattina alle 9,30, mentre i primi voti sono previsti per la prossima settimana.