Pensioni: in arrivo le buste arancioni. Ecco di cosa si tratta

Grosse novità per il calcolo della pensione. Sta per arrivare nelle case italiane una busta dal colore arancione con un'informativa per il 'calcolo' delle future pensioni per tutti i lavoratori

Pensioni: in arrivo le buste arancioni. Ecco di cosa si tratta

L’INPS ha veramente deciso di assumere un nuovo volto e di porsi in modo più chiaro e costruttivo nei confronti di tutti i lavoratori che nei prossimi anni vedranno maturare il diritto al pensionamento. Abbandonati gli schemi obsoleti e quasi indecrifrabili dei calcoli pensionistici sempre oscillanti tra sistema contributivo e sistema contributivo finalmente si vuole dare un aspetto nuovo al rapporto tra Ente Previdenziale e cittadini.

La busta arancione conterrà una simulazione del calcolo pensionistico per ogni singolo lavoratore. Arriverà indistintamente a tutti perchè l’Ente vuole raggiungere anche e soprattutto i cittadini non in grado di accedere ai servizi on line. In occasione del workshop ‘L’implementazione dell’agenda digitale italiana e le nuove sfide della rete’, il presidente dell‘INPS, Tito Boeri, ha dichiarato: “Proprio chi non è digitalizzato ha più bisogno di ricevere la busta arancione. D’altra parte la tutela del risparmio passa per la consapevolezza“.

Forse si riuscirà finalmente a fare chiarezza tra tutte le sigle che fanno capo all’INPS e i calcoli pensionistici verranno ricondotti tutti sotto un’ unica egida. Tutto ciò basterà a lenire le sofferenze di quanti andranno in pensione con un assegno che si prospetta veramente misero dopo un’ intera vita dedicata al lavoro? Il mondo del lavoro non è stato mai così precario: un’ intera generazione, se non due, non ha prospettive certe di lavoro e quindi di poter ricevere in futuro una pensione.

Chi trova lavoro a 30 anni, con le attuali leggi pensionistiche, dovrà essere accompagnato a lavoro, negli anni immediatamente precedenti alla pensione, da… una badante! Secondo l’attuale legislazione, infatti, l’età per andare in pensione si è spostata molto in avanti. Si aggiunge a ciò l’esiguità della cifra che, con il nuovo sistema pensionistico, toccherà al lavoratore che ha raggiunto l’eta adatta al ritiro dal lavoro.

Sarebbe così facile ritoccare al ribasso gli stipendi e le pensioni dei nostri governanti o di quanti cumulano in un solo mese più assegni pensionistici per far fronte in modo adeguato alle necessità economiche dell’ente pensionistico. Bisogna però ricordare che per le scorrettezze amministrative dei precedenti direttori dell’ INPS l’Ente si è trovato spesso con i conti in rosso: se le risorse dei lavoratori nei decenni passati fossero state meglio amministrate certo non ci troveremmo nell’attuale situazione di dover far fronte a questi ammanchi nelle casse dell’INPS.

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