La sentenza del PM Musso riguarda diverse aggressioni effettuate da Martina Levato e dal suo complice Andrea Magnani, ribattezzati dai media come ‘la coppia dell’acido‘. la sentenza si riferisce alle aggressioni efettuate a Milano dai due con l’ausilio dell’acido: due di queste sono riuscite, una fallita ed altre già programmate per il futuro, tra cui nche un tentativo di evirazione nei piani della folle coppia dell’acido. Il PM ha decretato che la pena per Martina sia di 16 anni e per il suo complice 9 anni e 6 mesi di detenzione.
In aula Martina appare ingrassata, silenziosa e un lungo pianto ha accompagnato la lettura della sentenza con la quale veniva condannata. In aula era presente Stefano Savi, lo studente di 24 anni vittima di uno degli attacchi con l’acido ed ora completamente sfigurato. Per lui deve essere stata doppia la rabbia, dal momento che non era nemmeno una delle vittime designata dalla coppia dell’acido ed è stato preso di mira soltanto per la somiglianza con il fotografo Giuliano Carparelli, che doveva essere la vittima. Le prime parole di Stefano dopo la lettura della sentenza sono state: “Sono soddisfatto: mi basta che siano stati condannati, non mi importa della pena. Le mie giornate sono ancora molto faticose, devo rimanere 15 ore al giorno con una maschera”.
Insieme alla Levato, il giudice ha condannato anche il ‘complice’ Andrea Magnani, soggiogato dall’impiegato di banca Alex Boettcher che aiutò la coppia nelle loro incursioni punitive contro gli ex amanti della donna o presunti tali. Nonostante Magnani si sia sempre dichiarato inconsapevole di quello che stavano facendo, i giudici non hanno avuto alcun ripensamento nel dichiarare il suo concorso nelle aggressioni.
La coppia dell’acido, definizione quanto mai pertinente, giustificava gli attacchi con l’acido come una sorta di ‘purificazione’. Martina, infatti, prendeva di mira i suoi ex amanti o presunti tali e in questo modo, sfigurandoli ed attentando alla loro vita, credeva di liberarsi dalle relazioni che aveva avuto con loro.
L’unica nota positiva dell’intera vicenda è la relativa celerità con cui la giustizia ha pareggiato i conti con i colpevoli di questi attacchi. Abituati ai tempi molto lenti del nostro sistema giudiziario è confortante constatare che talvolta la giustizia riesce ad essere sollecita, anche se non ancora conclusiva data la possibilità per le parti contendenti di accedere ai gradi superiori di giudizio che potrebbero ribaltare le decisioni odierne.